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Piante da esterno

I Gerani sono fra le piante più amate, definibili quasi iconiche. Colorano soprattutto i balconi durante i mesi primaverili, ma chi ha avuto a che fare con queste piante saprà anche che hanno un nemico piuttosto agguerrito: il Cacyreus marshalli, anche chiamato “Minatore dei Gerani” o “Farfalla dei Gerani” proprio per la specificità di piante che ama colpire.

Oggi andiamo ad esplorare il mondo dei gerani, dalla loro cura alla difesa 😉

Geranio edera

Diversi tipi di geranio

La famiglia a cui appartengono i gerani è quella delle Gerniaceae ma il genere non è, come si potrebbe pensare, Geranium (anch’esso appartenente alla stessa famiglia) ma Pelargonium, originario dell’Africa meridionale.

I Gerani che troviamo di solito in coltivazione, sono delle cultivar che provengono da laboratori di ibridazione che fanno degli incroci per cercare nuove forme di foglie, nuove livree fogliari, colori nuovi nei fiori, screziature particolari. In particolare in questo articolo parleremo di queste 3 tiopologie:

  1. Pelargonium zonale o geranio comune: molto riconoscibile per la foglia che presenta una leggera peluria su entrambe le pagine della lamina e spesso è visibile sulla livrea fogliare una zonatura, cioè un anello scuro. Gli ibridatori hanno creato combinazioni a foglia variegata, completamente verde o altre combinazioni, quindi non sempre si può vedere la zonatura;
  2. Pelargonium peltatum o geranio edera: ha una lamina fogliare più glabra rispetto allo zonale e presenta anche un portamento diverso, infatti non è eretto ma tende a sviluppare la vegetazione in maniera ricadente, i tralci vanno quindi oltre la balconiera, scendendo di circa 20-40 cm. Il fiore è tipicamente doppio anche se esistono varietà a fiore singolo. La cosa importante è che fa una bella vegetazione anche superiore oltre a ricadere in avanti. Questo Geranio è quello che meglio si adatta alle posizioni soleggiate e molto calde che ultimamente abbiamo durante l’estate;
  3. Geranio parigino: anche questo geranio tende ad avere una vegetazione che col tempo si sviluppa avanzando e diventando ricadente, la differenza rispetto al geranio edera è che il parigino sulla sommità diventerà piuttosto legnoso, perderà vegetazione rimanendo leggermente spoglio, però crea delle cascate molto più lunghe ed abbondanti.
Zonatura sulle foglie del Geranio zonale

Prendersi cura dei gerani

Geranio parigino

Il Parigino ha come colori: rosso, rosa e bianco, invece i gerani edera e gli zonali invece si diramano in infinite varietà di colore e variegature.

I gerani maggiormente coltivati sono quelli zonali, parigini ed edera: ne sono state selezionate numerose varietà dalle diverse colorazioni dei fiori, che variano dal rosso, al rosa, al violetto, al fucsia, all’arancione e al bianco.

Quale esposizione dare al geranio?

Il geranio parigino e il geranio zonale sono da preferire laddove ci fosse una bella insolazione ma la temperatura è sempre un pochino fresca, sicuramente è possibile spendere sia il parigino sia lo zonale anche nei posti più caldi, preferendo però posizioni dove il sole diretto è quello della mattina o del tardo pomeriggio, evitando l’irraggiamento forte delle ore centrali della giornata.

In inverno i gerani possono sopravvivere?

I gerani non sono piante “usa e getta”, non sono delle annuali bensì sono delle piante perenni, quindi alla fine della stagione l’ideale è ricoverarli in una zona luminosa della casa, dove siano garantiti almeno 10°C. È importante anche accorciare la vegetazione, arrivando a circa 10 cm dalla superficie del terreno, senza preoccuparsi se, tagliando, si trova della vegetazione parzialmente o totalmente lignificata, quando ripartirà la stagione anche il geranio ricomincerà a vegetare con nuovi getti. Il taglio va fatto per evitare che alla ripresa vegetativa la pianta somigli ad un alberello con i fiori posti sopra alla parte inferiore lignificata e spoglia.

Come innaffiare i gerani?

Geranio zonale Leopoldo

In inverno è anche importante non far asciugare mai il terriccio (stanno attenti a non inzupparlo), se possibile bagnare direttamente il substrato, evitando di bagnare la vegetazione e soprattutto il fiore che rischierà di macchiarsi, o peggio, creare delle muffe.

Quando per via del sole estivo i contenitori dei gerani sono molto caldi è consigliato non dare da bere, questo perché l’acqua andrebbe a scottare le radici, sempre meglio effettuare le bagnature la mattina oppure nelle prime ore serali.

Durante il periodo di vegetazione e fioritura non deve mai mancare umidità nel substrato, il terriccio deve sempre rimanere bello fresco, questa raccomandazione vale soprattutto per i periodi di caldo intenso dell’estate. Una bagnatura regolare evita l’ingiallimento della vegetazione, sintomo tipico dello stress idrico.

Bisogna potare i gerani?

Durante la stagione di vegetazione non è necessario fare una vera e propria potatura, è utile effettuare la rimozione dello sfiorito, operazione che si può tranquillamente eseguire con le mani, andando a fare un pochino di leva dove c’è l’attaccatura dello stelo che porta il fiore sul nodo, ruotando un pochino lo stelo verrà via facilmente. Si potrà poi provvedere alla disinfezione delle ferite con, ad esempio, la propoli che è un ottimo antisettico.

Che terriccio utilizzare coi gerani?

Foglie con margine dentato del Geranio zonale

Dato che i gerani vengono solitamente coltivati in contenitore è sempre da preferire un terriccio a base di torba o fibra di cocco, con dei materiali grossolani in sospensione tipicamente l’essenziale pietra pomice, in questo modo il terreno sarà anche ben drenante.

Noi vi consigliamo l’ottimo One Ready.

Come concimare i gerani?

Per la concimazione è possibile utilizzare dei prodotti più o meno specifici, noi consigliamo il concime liquido per gerani di Cifo, ottimo prodotto da diluire nell’acqua di bagnatura.

Cacyreus marshalli, il Minatore dei Gerani

Esemplare adulto di Cacyreus marshalli
Hectonichus, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons

Il Minatore dei Gerani è il nemico più temuto per i gerani. Il Cacyreus marshalli è un piccolo Lepidottero arrivato in Italia soltanto in tempi relativamente recenti. Originario dell’Africa meridionale è arrivato da noi attraverso i frequenti scambi commerciali con i paesi africani e, grazie all’innalzamento delle temperature, è riuscito ad ambientarsi diffondendosi anche alle nostre latitudini, non risparmiando nemmeno regioni come la Lombardia ed il Piemonte, solitamente più fredde del centro/sud del paese.

La durata del ciclo biologico di questo lepidottero è di circa 30/60 giorni e varia molto a seconda della temperatura ambientale. Più fa caldo e più i Minatori dei Gerani prolifereranno, ad esempio con 20°C la larva impiega circa 30 giorni a svilupparsi, mentre con 30°C il tempo si riduce drasticamente della metà.

Come riconoscere la Farfalla dei Gerani

Larva di Cacyreus marshalli
M.violante 10:44, 27 May 2006 (UTC), CC BY-SA 3.0 http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/, via Wikimedia Commons

Riconoscere il Cacyreus marshalli non è complesso, in quasi tutti i suoi stadi di vita presenta dei tratti distintivi:

  • Uovo
    bianco o tendente al giallino è grande solo pochi millimetri e solitamente viene deposto nei bottoni florali, nei punti d’inizio dell’attacco della pianta e, qualche volta, anche sulle foglie
  • Crisalide
    lunga circa 9 mm, solitamente è verde o tendente al bruno scuro e può presentare strisce lilla
  • Larva
    solitamente la larva è gialla o verde con 1 o 2 strisce dorsali lilla, si caratterizza anche per una fitta peluria che la ricopre. Parte da dimensioni di circa 1-2 mm durante il primo stadio fino a raggiungere i 13 mm a stadio completo.
    È in questa fase che Cacyreus marshalli crea problemi, svuotando le gemme florali dando ai boccioli un aspetto striminzito, scurendoli oppure lasciandoli verdi e completamente vuoti
  • Adulto
    le femmine sono leggermente più grandi dei maschi (apertura alare dai 18 ai 27 mm per le prime e dai 15 ai 23 mm per i secondi). Sono riconoscibili per i colori delle ali, generalmente brune sul lato superiore con una frangia con macchie chiare a margine e macchi grigie o marrone chiaro nello spazio interno.
    Un altro tratto distintivo importante che compare in questa fase sono le “codine” sottili sulle ali posteriori.
    In questa fase si nutre del nettare dei fiori.

Il Cacyreus marshalli solitamente fa la sua comparsa verso maggio/giugno, con l’arrivo dei primi caldi.

Esistono alcune specie di Lycaenidae piuttosto simili alla C. marshalli, ad esempio la Neozephyrus quercus L. la quale presenta le medesime codicine ma ha la superficie superiore delle ali totalmente marrone.

Danni provocati dal Minatore dei Gerani

Nel suo paese d’origine questa specie non è particolarmente problematica ma da noi è diventata subito un vero nemico per i gerani coltivati appartenenti ai generi Pelargonium e Geranium.

Viene considerata talmente nociva da essere stata inserita, dall’Organizzazione Europea per la Protezione delle Piante (OEPP) nell’elenco A2 dei parassiti di quarantena.

La cosa particolare è che la Farfalla dei Gerani è dannosa soltanto quando si trova allo stadio larvale, in quanto la larva affamata subito inizia a scavare nello stelo per trovare nutrimento, e continuerà a cibarsi fino a rendere quanti più steli potrà, cavi.

La vegetazione inizierà a presentarsi avvizzita e annerita, senza riuscire ad esprimere le fioriture e, se non controllato, questo insetto porta ad un generale deperimento della pianta.

I classici “buchi” associati a questo lepidottero li possiamo osservare negli internodi e vengono creati dalla larva, ormai divenuta piuttosto grossa che esce dallo stelo. A questo punto comincerà invece a nutrirsi di foglie come fanno tutte le larve di farfalla, fino al completamento dello stadio larvale e il passaggio allo stadio adulto, dove il ciclo di vita riprenderà.

In un anno si possono susseguire fino a 5 generazioni, creando quindi un gran quantitativo di larve.

Combattere il Cacyreus marshalli

Nel suo paese d’origine il Minatore di Gerani ha molti limitatori naturali, per questo motivo l’Europa si è attivata nella realizzazione di tecniche di lotta biologica, attraverso l’impiego di insetti predatori o parassiti, ma in Italia questi “nemici naturali” del C. marshalii non sono presenti.

Vediamo i metodi migliori per combattere queste larve!

Bacillus thuringiensis

Il bacillus thurningiensis è un batterio in grado di produrre una tossina che colpisce gli apparati digerenti delle larve di lepidottero. È molto selettiva, risultando innocua per l’uomo.

Miscela di pronto intervento con prodotti naturali

La miscela dovrebbe contenere i seguenti ingredineti (ovviamente tutti consentiti anche in regime di agricoltura biologica):

Olio di Neem, lo conosciamo, è l’estratto risultante dalla spremitura dei semi dell’albero del Neem e il principio attivo (azadiractina) è neurotossico. Questa molecola è molto interessante anche per la sua azione translaminare, che consente al principio attivo di passare da lato a lato della foglia in quanto viene assorbita dalla foglia e migra attraverso tutto il suo spessore.

Lo usiamo in ragione di 10 ml/litro acqua.

Noi suggeriamo di miscelare insieme anche 10 ml di Ottomix oil perché questa miscela di olii vegetali è ottima per contrastare le ovature (stende una pellicola che soffoca le uova).

Terzo ingrediente che metto sempre in questa miscela di pronto intervento è il litotamnio, una polvere di roccia che si presenta come impalpabile ma che in realtà è costituita da minuscoli frammenti appuntiti che danneggiano l’apparato boccale delle larve e ne scoraggiano l’avanzata sulla vegetazione.

Cerchiamo di fare i trattamenti durante le ore serali per non infastidire gli insetti pronubi.

Eseguire interventi per una copertura prolungata contro la farfallina del geranio

Possiamo poi dare una copertura prolungata utilizzando ancora una volta le polveri che funzionano con il principio appena descritto. Perfetta la polvere di diatomee che distribuisco a secco dopo aver asperso la pianta con una miscela di olio di lino o soia (5ml/litro acqua)  in miscela con estratto di ortica (200 ml/litro acqua) che ha azione urticante.

In alternativa alla distribuzione a secco potete miscelarla agli olii in ragione di 200 gr litro.

Le polveri vi aiutano anche a proteggere la pianta dalla forte radiazione grazie alla loro riflettenza e scoraggiano oltre ai bruchi anche le lumache.

Oidio

Altri parassiti sono invece malattie di tipo fungino, come l’oidio, per il quale la prevenzione consiste nell’evitare di bagnare le foglie o preferire innaffiature mattutine così asciuga e poi favorire la circolazione dell’aria.

Nei primi mesi della primavera quando il clima è ancora fresco potreste cavarvela benissimo anche solo con la propoli, un naturale antisettico che aiuta la pianta a restare in qualche modo ‘disinfettata’.

Miscela di pronto intervento contro l’oidio

Una terna che mi ha salvato più di una volta da attacchi in corso, sempre a base di prodotti naturali, prevede la miscelazione di:

Arancioil: un olio essenziale di arancio dolce che va ad inibire la germinazione delle spore funginee. Ottimo anche contro gli oomiceti come le peronospore. Compatibile anche con prodotti a base zolfo e rame se siete soliti impiegarli come anticrittogamici.

Si mettono 8 grammi in un litro di acqua e si aggiungono 2 grammi di lecitina di soia e 10 grammi di bicarbonato di sodio (o in alternativa il tannico granulare)

Copertura prolungata garantita, se le temperature sono un po’ più basse anche dalla propoli e dall’olio di girasole, seguiti poi dal tannico granulare.

Botrite

Sono tutti prodotti che possiamo utilizzare anche per contrastare un altro fungo che è la botrite, sulla quale consiglio anche prevenzione rimuovendo il fogliame in eccesso e favorendo ricircolo dell’aria, mantenendo inoltre pulito da sfioriti e vegetazione imbrunita.

Fattori che agevolano l’attacco della Minatrice di Gerani

Riuscire a prevenire l’attacco è sicuramente meglio che trovarsi a cercare di limitare i danni, in questo caso la parola chiave è: umidità.

Ebbene sì, il Cacyreus marshalli è attratta dai terreni particolarmente umidi, è quindi consigliato utilizzare un terreno molto drenante e di procedere con la bagnatura successiva solo una volta in cui il substrato risulti asciutto nei primi centimetri.

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