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Sommario

All’età di undici anni, come molti bambini, ero nella fase ‘scienziato pazzo’ e mi divertivo a fare esperimenti trovati su libri e riviste. Fu celebre ‘l’incendio della lavanderia’ del 1994 innescato da un mio prototipo di crogiolo per cera. Nulla di particolarmente grave: mia madre (leggermente) adirata, un paio di lenzuola stese ad asciugare bruciarono, fu necessario rifare le lavatrici per i panni non arsi ma comunque affumicati.

Tra gli esperimenti di successo però ne ricordo uno, ispirato da una rubrica bellissima che la rivista Gardenia poneva sempre in coda ad ogni numero (perché non la fanno più?). ‘Il piccolo botanico’, così era chiamato questo spazio editoriale, proponeva semplici esperimenti alla portata dei più piccoli, assistiti magari da un adulto. Quel giorno la rubrica mostrava come far radicare il ramo di un Ficus elastica per poi staccarlo dalla pianta ottenendone un clone: scoprii così la ‘margotta aerea‘.

Feci comprare a mio padre un Ficus elastica (ai tempi in vivaio non tenevamo piante da appartamento) e mi misi al lavoro. In circa 20 giorni ottenni le prime radici della margotta e dopo un mesetto circa potei tagliare il clone e metterlo in vaso. Non vi racconto questo per farmi figo ma solo per introdurre la relativa facilità con la quale è possibile portare a termine questo esperimento, senza la necessità di possedere particolari competenze o abilità.

Nelle prossime righe vi spiegherò come è possibile fare una margotta aerea su piante da appartamento o, se non le avete, su piante da giardino e frutteto.

COS’È LA MARGOTTA

La margotta (in inglese layering), è un metodo di propagazione agamica delle piante. ‘Agamica’ (o vegetativa) significa che la riproduzione della pianta avviene senza coinvolgimento degli organi sessuali, ottenendo di fatto un clone della pianta madre. Oltre alla margotta, sono esempi di propagazione agamica anche la talea, l’innesto, la micropropagazione.

La margotta, a differenza della talea, consente di far radicare un ramo quando esso è ancora attaccato alla pianta madre. Questo offre il grande vantaggio di non causare un arresto nel flusso della linfa e per tale motivo le percentuali di successo di una margotta sono mediamente superiori a quelle del taleaggio.

L’emissione delle radici avventizie (rizogenesi) dai giovani rami è il principio su cui si basa questa tecnica. Occorre indurre tale processo mediante la forzatura che consiste nel mettere a diretto contatto il fusto di una pianta con il substrato. Le condizioni ideali per innescare l’emissione delle radici vedono la combinazione di caldo e umidità.

Esistono diversi tipi di margotta:

  • margotta aerea (air layering)
  • margotta di ceppaia
  • margotta ad archetto

Oggi ci concentreremo sulla prima tipologia, la margotta aerea.

SU QUALI PIANTE SI PUÒ FARE UNA MARGOTTA AEREA

Alcuni generi di piante sono più inclini ad essere riprodotti con questo metodo, di seguito alcuni generi di piante da esterno e interno che potrete usare come cavie:

PIANTE DA INTERNO

  • Ficus (F. elastica, F. lyrata, F. benjamina)
  • Dieffenbachia
  • Philodendron
  • Monstera
  • Dracaena
  • Codiaeum
  • Schefflera

PIANTE ORNAMENTALI DA ESTERNO

  • Rosa
  • Bosso
  • Edera
  • Glicine
  • Camellia
  • Rododendro
  • Magnolia
  • Cannabis

PIANTE DA FRUTTO

  • Olivo
  • Limone (agrumi in genere)
  • Melograno
  • Avocado
  • Mango
  • Melo
  • Pero
  • Mandorlo

COSA SERVE PER FARE UNA MARGOTTA AEREA

Prepariamo tutto il necessario per effettuare la margotta aerea:

  • coltellino da innesto sterilizzato (o simili)
  • forbice da giardiniere (o simili)
  • ormone radicante (Auxina): vi consiglio questo
  • legaccio (io uso una piattina di filo di ferro plastificato ma potete anche usare della raffia, degli elastici, del cordino)
  • substrato: io uso normalmente del terriccio pronto all’uso come il mitico ONE PLUS (che essendo micorizzato è ottimo per questo tipo di procedimenti) oppure dello sfagno.
  • dispenser con acqua
  • film plastico (cellophane) trasparente (sacchetti o pellicola da cucina)
  • film plastico (cellophane) scuro/nero

Non vi preoccupate se non avete ‘esattamente’ questi materiali, potete cercarne anche di alternativi.

COME FARE UNA MARGOTTA AEREA SU UNA PIANTA DA INTERNO

Scegliete un fusto sano e sviluppato: se possibile legnoso o semilegnoso, ma per questo tipo di piante vedrete che andrà bene anche un ramo di consistenza erbacea. Pulite il ramo da foglie e speroni liberando una zona di circa 20 cm. o più.

Incidete la corteccia (o la scorza verde) con un taglio anulare lungo tutta la circonferenza del tronco

Effettuate un secondo taglio ad anello ad una distanza dal primo che sia almeno pari al diametro del fusto (io abbondo sempre).

Scorticate poi l’area del fusto compresa tra i due tagli fino ad ottenere un anello di fusto decorticato

A questo punto potete distribuire l’ormone radicante sull’anello decorticato, aiutandovi con un pennellino se volete e inumidendo l’area di applicazione del fusto con un vaporizzatore nel caso facciate fatica a far aderire la polvere.

A questo punto va creato il manicotto di terra: io utilizzo un film trasparente che poi coprirò con un cellophane scuro. In questo modo, ogni tanto, potremo sbirciare l’andamento della radicazione semplicemente rimuovendo il primo strato di film (quello scuro). Se non vi interessa questo aspetto potete effettuare il passaggio direttamente con un cellophane nero ma ricordate che poter osservare l’interno del manicotto risulta utile anche per verificare lo stato di idratazione del substrato. Con il film trasparente creiamo una sorta di coppa, strozzata nel punto inferiore sul fusto da margottare e legata con dello spago, della raffia o dei legacci (io uso la mia piattina). Fate attenzione che il fondo del manicotto sia posizionato a qualche centimetro di distanaza dall’anello

Ad opera compiuta dovreste ottenere un manicotto simile a quello nella figura sotto.

Una volta che il manicotto ha la forma di una coppa possiamo riempire con del substrato umido (un terriccio di alta qualità o dello sfagno già inumiditi).

A questo punto, come per la strozzatura inferiore, andiamo a chiudere superiormente il manicotto. Prestiamo attenzione alla posizione del substrato: deve circondare possibilmente tutto l’anello ed essere privo di vuoti.

Ricopriamo il manicotto con il cellophane nero per ultimare la margotta. Il film scuro concentra il calore all’interno del manicotto ed è quindi preferibile come rivestimento principale o secondario, come nel nostro caso. Di tanto in tanto potremo rimuoverlo e verificare lo stato delle radici ma soprattutto il grado di umidità del substrato. Nel caso si presentasse asciutto dobbiamo inserire dell’acqua aprendo leggermente la strozzatura superiore del manicotto o iniettandola con una siringa ad ago medicale, bucando in diversi punti l’involucro.

Se effettuate la margotta su una pianta da interno (es. Ficus) la radicazione avverrà in circa 20-30 giorni. La stagione più propizia è quella primaverile, da aprile a inizio giugno (sempre che non faccia troppo caldo). In realtà ho notato che sulle piante verdi da interno l’esperimento funziona in qualsiasi momento dell’anno ma se potete preferire questi mesi la radicazione avverrà prima. Sapete che sono un grande fan della messa in esterno delle piante da appartamento durante i mesi caldi (ne abbiamo parlato qua) e trovo che fare la margotta mentre sono all’aria aperta giovi parecchio alla riuscita della propagazione, sia per le temperature più calde che anche per la risposta positiva che queste piante danno all’ambiente naturale.

COME FARE UNA MARGOTTA AEREA SU PIANTE DA ESTERNO E FRUTTI

Il processo visto sopra è praticamente identico, con alcune note importanti:

  • scegliere il periodo aprile-giugno per eseguire la margotta
  • preferire rami ben lignificati, di almeno un anno, sani e vigorosi, con molti germogli, meglio se verticali (potete fornire un supporto per tenerli belli dritti in un secondo momento)
  • la radicazione si completa di norma in 3-4 mesi e il prelievo della margotta viene eseguito tipicamente nel mese di settembre.

PRELIEVO DELLA MARGOTTA AEREA RADICATA

Una volta terminata la radicazione della margotta si procede recidendo il ramo sotto il manicotto e piantando il pane di terra con le radici in vaso o in piena terra.

Amiche e amici del #clangeorgici non mi resta che augurarvi buona fortuna e aspetto i vostri commenti per sapere se l’esperimento riesce 😉

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Commenti

  1. rosanna Iannini (Modifica)

    Io ho una schefflera molto alta che presenta la parte centrale completamente senza rami e foglie, mi può consigliare su come si procede ? Devo recidere la parte senza rami ? Posso provare a ripiantare la parte superiore? Grazie

  2. Mara (Modifica)

    Molto utile, sintetico e preciso.
    Complimenti

  3. Valentina Forgione (Modifica)

    Grazie mille Mara 🙂

  4. Sebastiano (Modifica)

    Ciao Rosanna, io farei proprio una margotta aerea poco sotto le parti fogliate in modo che a radicazione ultimata potrai piantarle e abbassare le porzioni spoglie rimuovendole

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