La poetica margherita di mare: l’Erigeron karvinskianus
Le Margherite hanno un fascino che non tramonta mai, quella semplicità unica che si unisce alla complessità di un “m’ama non m’ama”, ma se vi dicessimo che non tutte quelle che sembrano Margherite, lo sono davvero?
Eh sì, infatti oggi vi presentiamo l’Erigeron karvinskianus, conosciuto anche come “Margherita di mare”, un’erbacea perenne che saprà sicuramente cogliervi di sorpresa 😉
ETIMOLOGIA
Il nome Erigeron deriva dalla combinazione di due parole: dal greco “eri”, che significa “lana” e dal latino “gerere”, cioè “portare”. Questo nome fa riferimento alla pelosità della pianta.
Ci sono però più ipotesi sull’origine del nome, come ad esempio “eri” inteso come “inizio” e “geron” come “vecchio”, richiamando il pappo di alcune specie che invecchiando diventano grigie, oppure al suo breve periodo di fioritura.
Ad ogni modo il nome fu deciso dal botanico Carl von Linnè nel 1737.
TASSONOMIA
Erigeon è un genere di circa 200 specie di annuali, biennali e perenni.
Fa parte della famiglia più numerosa del mondo vegetale (comprende oltre 230000 specie distribuite su 1535 generi) quella delle Asteraceae o Compositae.
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Variano dalle specie alpine a crescita bassa a quelle cespitose e cespugliose a crescita più alta. Hanno tutte foglie semplici, generalmente lobate o divise, generalmente da oblunghe a lanceolate, perlopiù basali. Le foglie del fusto di solito sono più corte e più strette.
Queste piante sono coltivate per i capolini simili a quelli delle margherite, da liberi a semidoppi, di colore bianco, rosa, azzurro o porpora, a volte gialli o arancioni, per lo più con il cento giallo, che sbocciano singoli o raccolti in corimbi per lunghi periodi, principalmente in estate.
In questo articolo però ci concentreremo sull’Erigeron karvinskianus, una perenne tappezzante rizomatosa, a base legnosa, vigorosamente espansa, con steli lassi e ramificati e foglie ellittico-lanceolate, coperte di peluria, di colore grigio-verde, lunghe fino a 4cm. In estate produce abbondanti capolini con i flosculi del raggio gialli, larghi 2cm, che sbocciano solitari o raccolti in numero di 2-5 in crimbi lassi; dapprima bianchi, appassendo assumono una tonalità da rosa a porpora.
HABITAT
È presente nelle praterie asciutte e nelle aree montagnose dell’America settentrionale, ma sono diffuse anche altrove. La E. karvinskianus nello specifico è tipica delle zone dal Messico a Panama.
CURA E COLTIVAZIONE
Anche qua ci troviamo davanti a una pianta rustica, un po’ come avevamo visto per l’Anemone che sembrava tanto delicato anche l’E. karvinskianus si rivela essere un buon combattente!
TEMPERATURE
Tollera fino a -10/-5°C.
ESPOSIZIONE
Ama molto la luce diretta del sole, per questo sono ideali le posizioni di pieno sole. Si adatta comunque a zone di ombra parziale, pur non crescendo nel modo migliore possibile.
INNAFFIATURA
Tollera periodi di siccità ma trarrà sicuramente beneficio da bagnature regolari, soprattutto durante l’estate, in questi mesi è infatti meglio stare attenti che il terreno non si asciughi mai completamente.
SUBSTRATO
Questa pianta necessita di un terreno fertile, ben drenato, che non inaridisce in estate. Noi come sempre vi consigliamo il nostro fidatissimo One plus.
CONCIME
Da brava amante dei substrati ricchi richiede concimazioni ogni mese durante la primavera e l’estate.
PROPAGAZIONE
Seminare in vasi in cassone freddo a metà o a tarda primavera.
Dividere o fare radicare talee basali in primavera.
POTATURA
È consigliato eliminare di volta in volta i fiori appassiti (salvo si voglia poi raccoglierne i semi). In autunno è poi buona pratica tagliare la parte aerea ormai secca, in modo che alla ripresa vegetativa possa ripartire nuovamente.
PARASSITI E MALATTIE
In condizioni siccitose può essere soggetta all’oidio ma generalmente è resistente sia alle malattie sia ai parassiti.
POTATURA
Eliminare i fiori secchi per incoraggiare l’ulteriore fioritura. In autunno potare a livello del terreno per mantenere un buon portamento.