Monstera dubia: cura e coltivazione
Monstera dubia è una specie rara e meno nota di Monstera rispetto alle più comuni Monstera deliciosa e Monstera adansonii. Le sue particolari abitudini di crescita e il suo fogliame variegato la rendono unica e affascinante.
Cura e coltivazione della Monstera dubia
Monstera dubia è una pianta perenne appratente alla famiglia delle Araceae, nativa delle regioni tropicali del continente americano. Nei nostri climi è normalmente coltivata come pianta da appartamento rampicante. Presenta particolarità molto interessanti ed è considerata una pianta rara e curiosa. Il suo nome volgare inglese (shingle plant o ‘pianta piastrella’) deriva proprio da una di queste caratteristiche peculiari che vedremo nella seconda parte dell’articolo.
Necessita di un supporto per arrampicarsi e, a tale scopo, si può utilizzare una piccola asse di legno, un pezzo di tronco, una placca di corteccia sufficientemente grande oppure un tutore muschiato (qui spiego come usarlo) preferibilmente coperto di sfagno.
Temperature ideali per la Monstera dubia
La temperatura minima consigliata per Monstera dubia è 10°C. Il range ideale di temperatura per Monstera dubia è tra i 15°C e i 25°C. Durante l’inverno, in appartamento, è bene non lasciare Monstera dubia in prossimità di fonti dirette di calore come stufe, caminetti, termosifoni o flussi d’aria calda provenienti da convettori. Evitare inoltre l’esposizione a correnti fredde.
Nei climi continentali è possibile coltivare Monstera dubia in esterno durante le stagioni calde e ricoverarla in appartamento quando le temperature scendono sotto i 10-15°C. In alternativa può essere coltivata in interno tutto l’anno a patto di darle una buona illuminazione: tollera anche quantità di luce inferiori ma il rischio è che le foglie perdano tono e variegature e si presentino pallide o ingiallite.
Quale esposizione dare alla Monstera dubia?
Se coltivata in casa, Monstera dubia preferisce una buona esposizione luminosa, da schermare solo nei mesi centrali dell’estate. In appartamento va considerato un abbattimento importante della radiazione luminosa (ne ho parlato in questo articolo), schermata dai vetri delle finestre, ed è quindi opportuno assicurare sempre la maggior luce possibile. Eccessi di luce nei mesi estivi possono provocare scottature alle quali si pone rimedio schermando l’esposizione o spostando la pianta.
Un’esposizione insufficiente durante i mesi invernali, mentre la pianta è ricoverata all’interno, può causare diversi sintomi a livello fogliare, fra i quali: ingiallimenti, pallore fogliare, perdita delle variegature.
Quanta acqua dare alla Monstera dubia?
Bagnare Monstera dubia con parsimonia quando allevata in appartamento: tra una bagnatura e l’altra il terreno deve essere quasi asciutto in prossimità dell’apparato radicale; con uno stecchetto o con il dito occorre entrare nel terreno qualche centimetro per verificarne l’umidità residua. Anche il peso del vaso cambia notevolmente e si presenta più leggero quando il substrato è asciutto. Somministrare acqua a Monstera dubia quando il terreno si presenta ancora umido è pericoloso e può innescare marciumi radicali e del colletto. Nel dubbio, attendere e posticipare la bagnatura, difficilmente la pianta morirà di sete. Una buona pratica prevede di bagnare Monstera dubia per subirrigazione quando allevata in casa e nei mesi freddi: in questo caso si evita eccessiva umidità sulle foglie e il rischio di maculature.
Se Monstera dubia viene coltivata in esterno durante i mesi più caldi è bene mantenere sempre il terreno umido evitando che si asciughi completamente.
Quale substrato usare per la Monstera dubia
Monstera dubia va coltivata in un substrato molto leggero e drenante. Dato il valore della pianta è preferibile non lesinare e utilizzare substrati professionali di altissima qualità come One Plus. Il terreno non va pressato nel vaso ma lasciato sciolto. Se il livello del terriccio dovesse calare nel tempo o a seguito di bagnature è possibile reintegrarlo in superficie.
Concimare la Monstera dubia
Monstera dubia beneficia di regolari concimazioni. Si può utilizzare un concime liquido per piante da appartamento come Granverde Cifo.
Seguire le dosi prescritte in etichetta al prodotto: se la posologia è mensile si può ridurre a due settimane dimezzando la dose di impiego. Non sospendere le concimazioni durante l’inverno, Monstera dubia va concimata durante tutto l’anno.
Propagare la Monstera dubia
Monstera dubia può essere facilmente propagata per talea. L’ideale è favorire la nascita delle radici avventizie prima di separare le talee dalla pianta madre: un buon modo per ottenere questo risultato è quello di far arrampicare la pianta su un tutore ricoperto di sfagno. In questo modo quando porzioneremo i nodi per ricavare le talee esse saranno già provviste di radici.
Altro metodo efficace prevede la radicazione in acqua, facendo attenzione che la lamina fogliare non resti a contatto con il liquido.
Come e quando rinvasare la Monstera dubia
Monstera dubia va reinvasata al bisogno. Consiglio di effettuare un controllo all’inizio della primavera o quando la pianta viene portata in esterno. Per valutare la reale necessità del rinvaso non bisogna limitarsi a verificare la fuoriuscita delle radici dai fori di drenaggio del vaso ma va considerato soprattutto lo sviluppo delle stesse sulla superficie laterale della zolla. Attenzione al rischio di overpotting!
Le dimensioni della Monstera Dubia
Monstera dubia raggiunge l’altezza di circa un metro se coltivata in appartamento. All’esterno, nel suo ambiente nativo, si sviluppa invece per diversi metri in altezza come si evince da queste bellissime immagini.
Problematiche comuni su Monstera dubia
Foglie sbiadite: se le foglie perdono di tono o le variegature tendono a scomparire occorre fornire più luce alla pianta.
Foglie con macchie gialle o marroni di consistenza morbida: si tratta di marcescenze fogliari dovute all’eccessiva stagnazione dell’umidità sulla foglia. In questo caso si raccomanda di sospendere eventuali vaporizzazioni e di irrigare per subirrigazione o comunque evitando di bagnare le foglie.
Foglie con macchie disseccate: alcune volte si tratta di fisiopatie occasionali ma spesso sono il sintomo di aria troppo secca. Questo può essere dovuto alla presenza di fonti di calore come stufe, caminetti, termosifoni e condizionatori.
Foglie deformate: la causa può essere legata a temperature non adeguate (troppo freddo o troppo caldo). Si verifica un arricciamento della foglia in presenza di fonti di calore prossime alla pianta che va tenuta ad almeno 2-3 metri da esse.
Tassonomia
Monstera dubia appartiene alla famiglia delle Araceae, come tutte le specie del genere Monstera.
Habitat
Monstera dubia è originaria delle aree tropicali dell’America centrale e meridionale.
Descrizione morfologica
Descrivere M. dubia ci permette di cogliere anche interessanti adattamenti evolutivi che rendono questa pianta ancor più affascinante. Ho voluto riportare quelle che ritengo le caratteristiche più evidenti di M.dubia.
Attraverso l’oscurità
In natura, Monstera dubia inizia la sua vita da un seme. Il germoglio non presenta però foglie o radici ma consiste in uno stolone che inizia a propagarsi allungandosi sul terreno; esso presenta solo delle piccole foglioline in corrispondenza dei nodi. In questa prima fase le energie sono fornite dalle riserve contenute nel seme, relativamente grande. Lo stolone si allunga normalmente sotto la lettiera di foglie che ricopre il terreno delle foreste pluviali, emergendo talvolta e assumendo in questo caso il colore verde; quando procede nascosto sotto la lettiera di foglie è invece tipicamente eziolato, di colore bianco. Tale comportamento è comune alle piante ed è giustificato dal fatto che in assenza di luce non viene prodotto il pigmento verde detto clorofilla deputato alla fotosintesi.
In entrambe le circostanze lo stolone sa dove sta andando grazie ad un fenomeno chiamato skototropismo (o fototropismo inverso): lo sviluppo si orienta cioè verso le zone di buio (e non di luce come spesso osserviamo nelle piante più comuni. La ragione di questo comportamento è spiegabile con l’obiettivo finale dello stolone che è quello di approcciare un tronco sul quale inerpicarsi: è lecito pensare che tali fusti si collochino in zone d’ombra, essendo oscurati dalla chioma che portano.
È bene premettere che l’ambiente della foresta tropicale è caratterizzato da uno strato superiore di vegetazione costituito dalle canopie (chiome) degli alberi maggiori. Questa vegetazione è talmente fitta da rendere molto scarsa la quantità di luce che raggiunge il suolo. Molte piante native di questi ecosistemi hanno perciò sviluppato un comportamento rampicante, in modo da innalzarsi il prima possibile verso gli strati superiori della vegetazione, dove maggiore è la quantità di luce disponibile.
Una volta che l’apice dello stolone incontra una superficie verticale, come un tronco o una roccia, inizia la salita e contestualmente emette il primo paio di foglie, opposte e appiattite contro la superficie di crescita. Le foglie si sviluppano completamente adese a tale superficie, in maniera tanto peculiare da far meritare a Monstera dubia l’epiteto di shingle plant (pianta piastrella). Questo bizzarro quanto affascinante effetto è ottenuto grazie all’emissioni di radici avventizie molto paricolari.
Da questo momento in poi la pianta segue il fototropismo, sviluppandosi guidata dalla ricerca della luce. In questo modo la pianta evita di investire energie nello sviluppo di foglie quando è giovane e limitata ad un ambiente tipicamente oscuro, costruendo invece foglie via via più grandi man mano che si innalza verso la luce, arrampicandosi sul tronco dell’ospite.
Si noti che foglie adese a tronchi e rocce sono in grado di assicurare sacche di umidità disponibili anche in periodi più asciutti. Altro stratagemma consiste nella presenza di stomi sulle sole pagine inferiori della lamina fogliare.
Eterofillia e variegatura della Monstera dubia
Un altro aspetto peculiare di Monstera dubia è la differenza morfologica delle foglie portate sul medesimo individuo. Le foglie inferiori (giovanili), prodotte dalla pianta nelle prime fasi di sviluppo verticale sono piccole, cuoriformi e presentano una variegatura vescicolare argentata (ne abbiamo parlato qui). Salendo, la pianta emette foglie sempre più grandi e raggiunta la maturità le lamine fogliari iniziano a presentare le fenestrature tipiche di altre Araceae come Monstera deliciosa e alcune specie di Pothos. Le foglie adulte differiscono da quelle giovanili anche per l’assenza di variegature e sono inoltre appese a dei tralci invece che adese al tronco.
Limitare la superficie fogliare in grado di fotosintetizzare con l’adozione di variegature sembra una mossa controproducente, a maggior ragione in un ambiente dove la luce non sembra abbondare. Questa strategia permette però di operare una sorta di mimesi nei confronti di alcuni insetti (in particolare alcune farfalle) in cerca di foglie sulle quali deporre le uova. Dal momento che da queste uova escono di solito fasi fitofaghe dell’animale (cioè larve che si nutrono di foglie) risulta sensato ogni comportamento di potenziale occultamento.
L’occhio di Monstera dubia
Forse priva di una vista convenzionale, M. dubia non avanza totalmente ‘alla cieca’. Nelle fasi giovanili di sviluppo, la pianta presenta un apice chiamato ‘flagello’ che è in grado di sondare la superficie in avanscoperta: se non ci sono ostacoli emetterà un nodo provvisto di radici e foglia, diversamente devierà dal percorso.
Diversamente da altre specie di Monstera (es. M. acuminata e M. obliqua) provviste di flagello, M. dubia può anche proseguire il suo sviluppo verso il basso, deviando anche più volte il suo percorso, ottimizzando l’uso dello spazio disponibile al fine di vincere la battaglia per la luce.
La Monstera dubia è pet-friendly?
Monstera dubia (come tutte le piante appartenenti al genere Monstera) può presentare tossicità se ingerita in quantità sufficienti da animali domestici quali cani e gatti a causa degli ossalati di calcio insolubili. I sintomi clinici possono presentarsi con irritazione orale, bruciore intenso e irritazione della bocca, della lingua e delle labbra, salivazione eccessiva, vomito, difficoltà a deglutire.