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Botanica e agronomia


Ogni anno assistiamo al cambio di tonalità delle foglie, ma per quale motivo succede?

La miscela di rosso, arancio, giallo e perfino viola non è il risultato di un’improvvisa voglia che le piante hanno di rifarsi il look. Infatti il merito va dato a degli specifici processi chimici che avvengono nell’albero nel mentre che le stagioni si susseguono dall’estate all’inverno.

Quando la natura può godere del caldo e assorbire quanta più luce possibile, quindi in primavera e autunno, le foglie fungono da fabbriche dove vengono prodotti i nutrimenti per la pianta, il perché ormai dovreste saperlo bene se ci seguite da un po’, altrimenti ecco qua un fantastico approfondimento sulla fotosintesi clorofilliana!

I nutrimenti prodotti sono necessari alla pianta per poter crescere, produrre nuove foglie e vegetare nel pieno delle sue possibilità, questo processo istantaneo, il quale avviene miliardi (milioni?) di volte in un giorno, si verifica all’interno della foglia in numerose cellule contenti clorofilla, ed è proprio questo a conferire il tipico colore verde.

Il verde però non è l’unico pigmento contenuto all’interno della clorofilla, infatti possiamo trovare anche cose curiose, perché oltre ai comuni giallo e arancio vi sono anche dei pigmenti xantofilli (sostanze naturali di colore giallo, arancione o rosso identificate nel 1873 nel pigmento solubile in etanolo) che, ad esempio, conferiscono il tipico colore arancione alle carote.

Di solito questi colori caldi sono nascosti da grandi quantità di verde, ma poi succede qualcosa che ribalta le sorti del bilanciamento.

 

La clorofilla si esaurisce

Ebbene sì.

In autunno, a causa dei marcati cambiamenti nella durata delle ore di luce diurne e dell’escursione termica, le foglie fermano gli ingranaggi della fabbrica, non producendo più nutrimento. In seguito a questo la clorofilla che contengono va esaurendosi facendo svanire il verde che quindi, inevitabilmente, lascia trasparire le vivaci tonalità autunnali che rendono uno spettacolo incredibile ogni paesaggio.

Vi state chiedendo dove sono finite le foglie che diventano violacee? Tranquilli che ci arriviamo!

Sono presenti altre miscele che permettono il viraggio verso i toni del rosso e del viola, come quelli che possiamo ammirare su alcuni aceri che divengono di un arancione brillante.

Alcuni fogliami mostrano solo le tonalità sul giallo, altre come le querce paiono più marroni, questo perché come avviene quando uniamo più colori per farne un altro, anche la clorofilla si mischia ad altri pigmenti presenti nella foglia durante l’autunno, dando luogo a varie sfumature dello stesso colore.

 

Cos’altro influisce sul colore?

Non è solo la chimica ad intervenire in questo processo, vi sono altri protagonisti!

La luce, la temperatura e l’acqua assunta influiscono molto sul grado e sulla durata del colore autunnale. Ad esempio, le temperature basse ma comunque sopra lo zero favoriranno la produzione di antociani che daranno (fra le altre) una tonalità rossa brillante agli aceri. Al contempo però le gelate precoci andranno ad indebolire i colori. Le piogge abbondanti invece tenderanno ad intensificare i colori autunnali.

 

Quindi poi le foglie cadono perché non producono più nutrimento?

Questa rottura della clorofilla non è l’unico processo chimico che può intervenire durante il cambio stagionale. Man mano che la stagione avanza si verificano altri cambiamenti. Ad esempio nel punto in cui lo stelo della foglia è attaccato all’albero, si sviluppa un particolare strato di cellule che pian piano recide i tessuti che sostengono la foglia. Quindi no, la clorofilla e il giallo proprio non c’entrano.

Allo stesso tempo l’albero cicatrizza il taglio, in modo da poter rimanere in salute.

 

Volete sapere perché le foglie cadono? Beh, ci vediamo al prossimo capitolo de le Georgiche University!

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