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Piante da Interno, Tutorial

Un problema ricorrente è l’inverdimento degli spazi domestici e lavorativi poco illuminati dalla naturale luce del sole. Il problema si acuisce con l’arrivo dell’inverno e il drastico calo delle ore di luce. Come conciliare la nostra voglia di piante con l’impossibilità di assicurare ad ogni angolo dell’ufficio o della casa una sufficiente illuminazione?

Per aiutarvi a gestire questa problematica l’argomento che affrontiamo oggi riguarda le piante da interno che vivono bene in zone poco luminose 😉

Piante per interni con poca luce

Come ci sono piante che amano crogiolarsi sotto i raggi del sole, ce ne sono altre che al contrario prediligono stare in zone di mezzombra. Queste piante si rendono indispensabili per chi a casa non riesce ad avere illuminazioni capillari ma, al contempo, non vuole rinunciare ad avere delle piante.

Siete curiosi di sapere quali siano queste piante miracolose? Ne abbiamo selezionate alcune per voi!

Prima di scendere un po’ più nel dettaglio per aiutarvi a capire quale pianta fa per voi, diamo due informazioni che le riguardano tutte:

  • terriccio: trattandosi di piante d’appartamento non hanno, in genere, bisogno di particolari accortezze. Scegliete un buon terriccio per piante d’appartamento e sarete a posto! Asplenium e Platycerium sono epifite (crescono in natura aggrappate ai tronchi di altre piante, quindi non affondano le radici nel terreno) che possono crescere su substrati di corteccino (bark) o di fibra di cocco, proprio come accade con alcune orchidee.
  • Concimazione: le possibili concimazioni per queste piante sono granulari o liquide e per le dosi corrette fidatevi di ciò che riporta l’etichetta.

Un altro accorgimento utile è quello di tenere le piante lontane dai caloriferi e da altre fonti di calore. È vero che sono piante d’appartamento e che quindi non disdegnano temperature calde, ma le fonti dirette di calore spesso non fanno bene alla loro salute.

Tutte le piante che compaiono in questo articolo sono native di regioni a clima subtropicale o tropicale; per questo motivo vengono utilizzate in Italia come piante da appartamento. Quando però la bella stagione garantisce almeno 10-15°C possiamo spostarle (se vogliamo) anche all’esterno (sempre mantenendo un’esposizione corretta).

Sansevieria, la famosa lingua di suocera

Le Sansevierie sono piante sempreverdi estremamente versatili! Sono le piante ideali per i pollici più neri o per chi si approccia per le prime volte alla cura di una pianta da interno.

Ne esistono moltissime specie, tutte molto decorative. Sono piante xerofile (amano terreni asciutti e climi secchi) e sono normalmente prive di fusti. Le foglie sono generalmente piuttosto particolari e variano in modo marcato nella forma, dimensione e colore in base a specie e varietà: possono essere piatte o cilindriche, più o meno allungate e con colori che passano dal verde intenso a screziature bianche o crema.

Insomma, non c’è desiderio estetico che la Sansevieria non sappia soddisfare.

Queste piante arrivano dalle calde terre dell’India, dell’Africa e dell’Indonesia e sono classificabili come succulente.

Quanta luce vuole la Sansevieria?

Sono piante estremamente versatili e questo permette loro di adattarsi bene sia a zone poco luminose ma anche ad esposizioni di piena luce.

Come si innaffia la Sansevieria?

Non richiedono molte bagnature, l’importante è lasciare che il terreno si asciughi completamente tra una bagnatura e la successiva.

Per saperne di più sulla cura della Sansevieria, ecco un articolo scritto tutto per lei 😉

Asplenium, ecco la felce sempreverde

Foglie verdi dalla forma particolare di una pianta di Asplenium
Fogli di una pianta di Asplenium

Asplenium è un genere che contiene ben 700 specie di piante sempreverdi e semi-sempreverdi, molte delle quali epifite.

Arrivano direttamente dai sottoboschi dove proliferano all’ombra delle altre piante; ne esistono tantissime specie e sono diffuse praticamente in ogni continente, eccezion fatta per l’Antartide!

Solo nel 1850 i botanici riuscirono a comprendere come si moltiplicassero, fino ad allora era stato un vero mistero. Questo tipo di pianta si riproduce infatti attraverso le spore, come le felci! Interessante anche l’origine del suo nome: deriva dal greco “splen” cioè “milza”, questo perché vi era la credenza che fosse un rimedio miracoloso per molte delle problematiche legate proprio a questa parte del corpo.

Gli Asplenium hanno un bel colore verde brillante ma come per le Sansevierie, forma, colore e dimensione dipendono moltissimo dalla specie e dalla varietà scelta.

Quanta luce vuole l’Asplenium?

Non amano molto la luce, il loro riparo ideale si trova in posizioni di mezzombra. L’Asplenium ama l’umidità e va prestata attenzione alle fonti di calore troppo vicine o all’aria eccessivamente secca della casa.

Quanta acqua dare all’Asplenium?

Temono molto la disidratazione. Necessitano quindi di frequenti nebulizzazioni, anche due volte al giorno se l’aria è molto asciutta.

Evitiamo che il terreno si asciughi completamente evitando però di eccedere con inutili interventi se lo sentiamo umido.

Maranta, la pianta della preghiera

Dettaglio di una foglia della Maranta leuconeura “Fascinator”. Le foglie sono verde scuro, con venature rosse e macchie di verde più chiaro
Dettaglio di una foglia della Maranta leuconeura “Fascinator”

La Maranta arriva dalle foreste tropicali dell’America centromeridionale. È una pianta ultimamente molto in voga per via del suo altissimo potere ornamentale.

Esistono diverse specie e varietà che differiscono l’una dall’altra anche in modo molto marcato, ma in particolare la Fascinator, la quale presenta un fogliame estremamente particolare ed elegante: le venature rosse sono in rilievo e percorrono tutta la lamina in modo simmetrico, mentre il colore della foglia varia da verde in verde, quello più chiaro al centro, seguito subito dal più scuro per poi lasciarsi andare in un verde più opaco.

È una pianta sempreverde, erbacea e con un portamento cespuglioso. Un’altra sua grande particolarità si rintraccia nel secondo nome di questa pianta: pianta della preghiera: quando cala la sera le foglie tendono ad alzarsi in posizione orizzontale ma durante il giorno piegano verso il basso, somigliando a mani giunte in preghiera. Se notate questo fenomeno non preoccupatevi: non sta morendo di sete.

La Maranta è anche in grado di fiorire, producendo piccoli fiorellini bianchi o rosa non troppo appariscenti: l’ideale è rimuoverli perché richiedono un grande investimento di energie da parte della pianta; meglio convogliare tutti gli sforzi sulle belle foglie!

Ricordiamo inoltre che è una pianta a rapido accrescimento, in breve tempo si espanderà e utilizzerà tutto lo spazio presente nel vaso. Alla fine dell’inverno o comunque all’inizio della primavera è bene valutare un rinvaso.

Dove posizionare la Maranta?

Lontana dalla luce, dalle correnti d’aria e dalle fonti di calore.

Come si innaffia la Maranta?

Ama molto l’umidità ed è quindi buona norma vaporizzare frequentemente le foglie, meglio se con acqua priva di calcare (es. demineralizzata, piovana o raccolta dal condizionatore).

Vanno bagnate con frequenza nei mesi primaverili ed estivi, andando via via a ridurre la quantità d’acqua (senza però mai negargli l’umidità di cui necessitano).

Piccolo fiore rosa della Maranta
Fiore della Maranta

Pothos, una pianta d’appartamento facile da curare

Il Pothos (sinonimo di Epipremnum o Scindapsus) ha un portamento ricadente e sarmentoso, particolarmente grazioso se posta su mobili o mensole di casa.

È originario dell’Australia, dell’Asia, del Madagascar e delle isole del Pacifico; è un sempreverde a crescita rapida.

Le sue foglie verdi hanno una forma a cuore molto decorativa, soprattutto quando giovani. I colori verdi si mescolano spesso a variegature che spaziano dal giallo al crema.

È una pianta particolarmente semplice da propagare per talea: radica molto facilmente anche immersa in acqua.

Dove mettere il Pothos in casa?

Il Pothos è certamente adatto a zone poco esposte ma gradisce anche un po’ di luce (mai diretta).

Quante volte si annaffia il Pothos?

Valutare lo stato di umidità del terreno con maggior frequenza durante le stagioni calde: andrebbe bagnato quando il terreno va asciugandosi completamente. Durante l’autunno e l’inverno è meglio attendere che il terreno appaia secco prima di procedere con l’innaffiatura. Attenzione: odia i ristagni idrici. Apprezza invece le nebulizzazioni fogliari.

Zamioculcas, fra le piante che non hanno bisogno di luce (o quasi)

Ecco un’altra pianta succulenta: lo Zamioculcas, conosciuta anche come “gemma di Zanzibar” o ZZ Plant.

Originaria della Tanzania, è unica nel suo genere: con i suoi fusti carnosi e la crescita lenta, non supera normalmente i 60cm. Le foglie sono verdi e lucide, sempreverdi; nelle zone di origine può perderle a seguito di stagioni invernali particolarmente secche.

Raramente riesce a fiorire e le sue inflorescenze sono simili a quelle delle calle.

Dove mettere la Zamioculcas?

Predilige zone poco luminose e tollera anche esposizioni soleggiate ma mai a contatto diretto con i raggi del sole.

Come si annaffia la Zamioculcas?

Va bagnata aspettando che la terra si asciughi prima di procedere con l’innaffiatura successiva. Questa pianta è molto sensibile agli eccessi d’acqua, tanto che le potrebbero essere letali. La prima causa di decesso per lo Zamio è l’eccessiva irrigazione che determina l’avvio irreversibile di marciumi e conseguente caduta delle foglie; spesso in questi casi notiamo che la base dei fusti si deteriora ed è molto difficile recuperare la pianta. In inverno è possibile sospendere addirittura le bagnature o limitarle a un intervento al mese.

Va fatta attenzione anche alle operazioni del rinvaso: i tuberi che troviamo sull’apparato radicale sono molto sensibili e non vanno schiacciati o stressati durante questa attività.

Calathea, una sempreverde per ogni casa

Foglie variegate, verdi con striature bianche, della Calathea orbifolia
Foglie della Calathea orbifolia

La Calathea è un’altra pianta piuttosto iconica appartenente alla famiglia delle Marantacee. Ne esistono ben 50 specie diverse e fra queste troviamo ad esempio la C. crocata, la quale non solo ha un fogliame decorativo, ma produce anche degli sgargianti fiori arancioni!

La Calathea è una pianta erbacea che non supera i 50-60 cm. Le sue foglie rappresentano (salvo eccezioni), il maggiore punto d’interesse: il margine è ondulato o liscio, il colore varia per la pagina inferiore dal verde, al rosso fino a tendere al viola. Insomma, dei capolavori sotto forma di foglie!

Dove posizionare la Calathea?

La Calathea ama esposizioni ridotte o la luce diffusa, non va mai messa direttamente sotto i raggi del sole.

Come va annaffiata la Calathea?

La Calathea richiede molta acqua e il suo terreno non va mai lasciato asciugare del tutto. In estate va quindi innaffiata più volte a settimana, mentre nei mesi freddi si possono diradare gli interventi. Trae particolare beneficio dalla vaporizzazione delle foglie, senza dimenticare la pagina inferiore!

Foglie appartenenti a diverse varietà di Calathea
Diverse varietà di Calathea

Peperomia, piccola e variegata

Ecco un’altra grandissima famiglia! Il genere Peperomia conta più di 1600 specie di sempreverdi, a volte succulente o perenni. È una piccola sempreverde, non cresce molto rimanendo di dimensioni ridotte. È molto decorativa per via delle foglie carnose, di colore verde, spesso variegate.

I fiori prendono forma di spighe bianche e fioriscono verso l’inizio di marzo.

Dove tenere la Peperomia?

Sebbene tolleri soluzioni poco luminose ama la luce non diretta dei raggi solari. Evitare anche le correnti d’aria fredda.

Come si bagna la Peperomia?

Il quantitativo d’acqua richiesto è piuttosto moderato, evitando assolutamente i ristagni d’acqua. Non ama nemmeno l’umidità. Meglio attendere che il terreno sia asciutto prima di procedere con l’irrigazione.

Platycerium, una forma a “corna di cervo”

Quello che salta subito all’occhio del platycerium è la forma. Le foglie sono molto allungate e quasi ricordano delle corna, tanto che proprio da questo deriva il so nome: dal greco “platis” cioè “grande e “keras” che significa “corno”.

Fa parte della famiglia delle Polipodiaceae, ed è originaria dell’Africa, America tropicale, Australia, Malaysia e Madagascar. È una pianta epifita, ciò significa che nel suo  habitat naturale vive sulla corteccia di alberi più grandi e, proprio per questo motivo ha sviluppato due tipi di fogliame:

  • un tipo è quello che abbiamo nominato prima: verdi e lunghe, profondamente lobate o bilobate.
  • il secondo tipo invece a colpo d’occhio potrebbe sembrare essere composto da foglie secche, invece sono foglie che fungono una funzione ben specifica: raccolgono tutte le sostanze che possono fungere da nutrimento alla pianta.

Dove posizionare il Platycerium?

Sebbene tolleri soluzioni poco luminose ama la luce non diretta dei raggi solari.

Come annaffiare il Platycerium?

Richiede innaffiature abbondanti durante i mesi più caldi. Durante l’autunno e l’inverno è consigliato ridurre le bagnature ma senza mai lasciare seccare completamente il terreno.

Marimo, l’alga palla dal Giappone

3 Marimo appoggiati su un tavolo, il primo è più grande, il secondo medio ed infine vi è quello più piccolo
3 Marimo sferici di diverse dimensioni

È il turno della tenera alga-palla marimo! Ne abbiamo parlato ampiamente in un articolo a lui dedicato, quindi per approfondire vi invitiamo a leggere la versione completa.

L’alga-palla è, appunto, un’alga. Detto così potrebbe non sembrare molto interessante o esteticamente bella ma in realtà è una delle piante più apprezzate. Piccola e bisognosa di pochissime cure riesce a catturare la simpatia di chiunque la guardi, senza sottovalutare il suo significato simbolico che la rende il regalo ideale per la nostra dolce metà.

Il marimo vive all’interno di una boccia d’acqua, come un piccolo pesce-batuffolo, non ha bisogno di cibo e nemmeno di altro.

Quanta luce serve al Marimo?

Il marimo è una pianta acquatica, abituata a girovagare per i fondali dei laghi e quindi non è predisposta a stare in contatto diretto col sole. Per questo motivo si troverà perfettamente all’interno della vostra casa ma a patto che non venga lasciato sotto i raggi solari o in zone particolarmente illuminate che lo faranno diventare marrone.

Come curare il Marimo in casa?

Ogni due settimane, 10 giorni durante i caldi periodi estivi, dev’essere cambiata l’acqua, anche questa operazione non richiede accortezze particolari: estraete il marimo, svuotate il contenitore e mettete dell’acqua pulita, strizzate molto delicatamente l’alga palla per far uscire l’acqua che ha assorbito e rimettetela nel contenitore.

Ecco fatto! La manutenzione ordinaria del marimo inizia e finisce con questa semplicissima operazione.

Insomma, ormai è chiaro, non è certo l’assenza di zone sloggiate ad impedire alle piante di rendere la vostra casa un piccolo angolo di paradiso verde.

Quelle di cui vi abbiamo parlato sono solo degli esempi fra i nostri preferiti ma ci sono tante altre piante che potrebbero fare al caso vostro, come ad esempio la monstera di cui potete leggere tutto qua.

Cosa dite, vi ispirano? Siete pronti ad utilizzarle per rendere le vostre case davvero accoglienti?

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Commenti

  1. Ale (Modifica)

    Fantastico! Grazie grazie grazi! Ottimo articolo da cui ho preso spunto per arredare casa esposta a nord.

  2. Sebastiano (Modifica)

    💚💚

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