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Piante da Interno, Tutorial

Il tutore, definito da fonti certe come “palo del Demonio” può essere l’odio e amore di ogni amante delle piante.

Utilissimo per le nostre amiche sarmentose che non vedono l’ora di avere una solida base da sfruttare per arrampicarsi, può diventare un problema per noi che invece dobbiamo assicurarci di metterlo nel modo migliore, affinché non danneggi la pianta ma nemmeno si sfili al primo soffio d’aria.

Senza parlare di quando il tutore non va unicamente inserito, ma proprio sostituito, il che implica il dover rimuovere quello vecchio, insomma, una vera tortura!

Ma non vi preoccupate, oggi vi parlo proprio di questo.

Quindi mettetevi comodi, stringete bene il vostro tutore e che la forza sia con voi!

Tutore muschiato, a cosa serve?

Innanzi tutto cerchiamo di capire quando ci serve l’aiuto di un tutore muschiato. Solitamente diviene utile quando abbiamo a che fare con una pianta dal portamento rampicante, quelle che in natura si sviluppano arrampicandosi su piante maggiori, avvolgendosi ai tronchi e spingendosi verso l’alto per cercare un’illuminazione migliore. Il tutore serve quindi a dare loro un appiglio che ricalchi nel nostro ambiente domestico, le caratteristiche che si trovano in natura.

Un esempio di pianta che trova molto giovamento da questo supporto è la nostra amata Monstera (sia adansonii, sia minima, sia deliciosa), la quale una volta cresciuta tende a ricadere su sé stessa se non fissata su un supporto.

Non è obbligatorio far uso del tutore, come nel caso dei Photos che spesso si usano ricadenti, si tratta solo di una questione estetica, dipendente dal gusto di ognuno.

Affrancare il tutore alle piante

Vi sono diverse pratiche che permettono di inserire correttamente un tutore muschiato all’interno di un vaso, quelli che noi utilizziamo più spesso sono:

  • Stelline di tipo plastico (munite di anse al cui interno è possibile far passare i tralci della pianta);
  • fil di ferro dolce.

Sul nostro sito è possibile trovare diverse misure di tutore muschiato, c’è sempre un’estremità inferiore in materiale plastico che poi andrà inserita nel terreno. Il resto del tutore è invece ricoperto di fibra di cocco o torba di sfagno tenuta insieme da filo plastico.

Come scegliere il nuovo tutore muschiato?

Prima di poter procedere con la sostituzione del vecchio tutore o comunque all’inserimento da zero, bisogna prima capire quale misura fa per noi.

Naturalmente non esiste una risposta universale, molto dipende dalla vostra pianta e da quanto volete farla crescere. Infatti se il vostro obiettivo sarà quello di farla crescere e sviluppare è bene scegliere un tutore più lungo, in modo da non doverlo sostituire a breve e, al contempo, offrire alla pianta un valido appoggio per il suo sviluppo. In questo caso non vi preoccupate se a lavoro finito la parte superiore del tutore vi sembrerà un po’ spoglia, è normale. La pianta man mano che crescerà andrà a posizionarsi correttamente in modo da dare un aspetto armonico in tutti i punti!

Altrimenti vi basterà scegliere una misura che consenta di sostenere le dimensioni raggiunte e poi tenere la pianta potata in modo che rimanga stabile.

Sostituzione di un vecchio tutore

Benissimo, la nostra amata pianta è cresciuta e il vecchio tutore è ormai diventato inutile. Cosa fare? Naturalmente sostituirlo!

Può sembrare una pratica complessa, ma armati di pazienza e delicatezza vedrete che non sarà così.

Vediamo quindi i passaggi da seguire per fare in modo di procedere nel modo più corretto possibile:

  1. individuiamo il lato in cui la pianta è meno vegetata in modo da poter sfilare il tutore in modo più agevole;
  2. rimuovere i sistemi di aggancio della pianta al tutore;
  3. sostenere man mano la pianta, in modo che non si lasci eccessivamente cadere quando viene sganciata dal suo sostegno;
  4. una volta che la pianta è totalmente svincolata dal tutore estrarlo con delicatezza,
  5. prendere i tralci più lunghi e fissarli dal basso verso l’alto sul nuovo tutore.
    Per poter compiere questa operazione io utilizzo del fil di ferro dolce, ripiegato in modo da formare una U che creerà delle forcelline che andranno poi inserite nella parte organica, preferibilmente in obliquo, del tutore. Ci si può aiutare dando un pochino di punta alla forcella nel momento del taglio. Non è necessario andare troppo in profondità, la pianta non eserciterà troppa pressione sui perni.
  6. nel mentre si sistemano i tralci ci si può aiutare posizionando già qualche forcella in modo da creare dei punti fermi, aiutandoci a sorreggere la pianta. L’ideale per sostenere questi rami più pesanti è bloccarli subito prima di un nodo, dove la struttura è ingrossata.
  7. Procedere poi sistemando gli altri tralci, avendo cura di coprire le parti rimaste più sguarnite, in modo da dare un aspetto omogeneo;
  8. dare da bere alla pianta;
  9. somministrarle del concime o del fitostimolante.

È possibile cimare la parte superiore della pianta, quella che presenta meno foglie, in questo modo si incoraggerà la creazione di nuova vegetazione al contempo non limitando la crescita verso l’alto della pianta.

Posizionamento a nuovo di un tutore

In questo caso la vostra piccola piantina è cresciuta, diventando una rigogliosa adulta. Talmente rigogliosa che le foglie si sono fatte pesanti e spingono verso il basso, facendoci capire che è necessario darle un sostegno aggiuntivo.

Cosa fare quindi?

  1. Prepariamo la pianta eliminando il secco e pulendola da eventuali residui di vecchie foglie;
  2. cerchiamo di capire se è il caso di procedere con un rinvaso, in questo modo potremo effettuare le due operazioni contemporaneamente;
  3. inserire il tutore nella terra, se avete appena rinvasato la pianta cercate di metterlo in una zolla di terra vecchia, in modo che riesca ad inserirsi in modo ottimale;
  4. individuare un ramo principale e cominciare a fissarlo al tutore. Essendo un ramo portante tenderà a portarsi dietro tutta la pianta, dandole subito un aspetto più composto;
  5. procedere poi con il resto dei tralci;
  6. dare da bere alla pianta;
  7. somministrarle del concime o del fitostimolante.

Ecco fatto! Adesso la vostra pianta è sistemata. Se all’inizio riscontrerete qualche problema nel fare quest’operazione non temente, bisogna soltanto prenderci un po’ la mano, ma non rischierete di uccidere la pianta anche se non l’avrete sistemata al meglio perché la nostra verde amica riuscirà a trovare una via per mettersi comoda.

L’importante è darle la giusta impostazione per farle capire dove deve andare!

Tutore muschiato in sfagno

A volte costruire da soli un palo tutore in sfagno è un po’ complicato, occorre reperire materiali e, come abbiamo visto in questo video, serve anche una buona dose di manualità.

Per cercare di rendere le cose più semplici, insieme ad un ragazzo che utilizza la stampa in 3D, ho progettato un palo tutore che potesse essere più pratico da usare anche per chi preferisce avere un prodotto già pronto all’uso.

Uso e caratteristiche del palo tutore stampato in 3D

Per collaudare questo nuovo palo tutore, come potete vedere nel video, ho scelto la mia Monstera adansonii “Mint”, l’ho portata nel mio ufficio dalla serra qualche settimana fa e ha iniziato a soffrire un po’ del cambio luce, dando problemi sulle ultime foglie. Va però sempre dato un po’ di tempo alle piante per ricalibrarsi alle nuove condizioni, quindi consiglio di tollerare sempre questo tipo di comportamenti.

Già che ci siamo usiamo un vaso autoirrigante, ve ne avevo già parlato in questo articolo e se c’è ancora qualcuno che non conosce questi super-vasi, cosa aspettate? 👀

Il palo modulare in 3D è formato essenzialmente da 3 parti:

  1. base: è la parte che andrebbe interrata, serve a dare più stabilità ma non è obbligatorio utilizzarla;
  2. moduli: il palo 3D è composto da 3 sezioni modulari che permettono la regolazione dell’altezza del palo a seconda della taglia del vaso. Le sezioni vanno riempite di sfagno e, in caso serva più altezza, è sempre possibile acquistare dei moduli aggiuntivi nel momento in cui la pianta si alzerà;
  3. imbuto superiore: ci permette di idratare lo sfagno agilmente.

È necessario usare un palo tutore in sfagno?

Partiamo con il dire che no, non è indispensabile usare un palo tutore in sfagno per far arrampicare le sarmentose tropicali come Monstere, Philodendron, Pothos, ecc, anche se c’è un grande dibattito in proposito.

Il vecchio palo in fibra di cocco va ancora bene, addirittura nel video potete vedere la mia Monstera dubia che si arrampica su una semplice asse di legno, per cui nulla ci obbliga a ricorrere a sistemi sofisticati, ma, naturalmente, ci sono dei pro nell’affidarsi a sistemi un po’ più elaborati.

Quando è possibile scegliere di solito si predilige il dare qualche agio in più alle nostre piante. Utilizzando un palo tutore in sfagno le radici aeree riescono ad affrancarsi in un mezzo più idratato e avendo condizioni più simili a quelle che la natura offre loro nei luoghi nativi.

Inoltre sono lieto di dirvi che ho finalmente trovato lo sfagno che cercavo, cileno, costa qualcosa ma è il meglio che offre il mercato al professionista, infatti è il prodotto che usano i coltivatori 😉

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