Nomenclatura botanica: come scrivere correttamente i nomi scientifici delle piante
In campo biologico, ogni essere vivente è stato categorizzato mediante l’impiego di un nome scientifico composto da due parole (nomenclatura binomiale). Questo nome assume generalmente una forma latina ed è comunemente derivato da radici di origine greca o latina.
Le piante non sfuggono da questo meccanismo e anche se può sembrare poco rilevante e a volte complesso, comprendere i nomi scientifici è molto importante per approcciarci al mondo del verde.
Dove nasce il nome delle piante?
I nomi delle piante sono davvero tantissimi e questi vengono dati seguendo alcuni criteri che però possono cambiare di volta in volta. Solitamente queste varianti includono:
- il nome del botanico
- Davidia involcrata, scoperto Armand David;
- thunbergii: dal Carl Peter Thunberg (1743-1828), botanico svedese, come in Spiraea thunbergii
- il nome dello scienziato
- Fuchsia, dal fisico tedesco Leonhard Fuchs;
- la zona geografica di origine
- africanus, africana, africanum: proveniente dall’Africa, come in Agapanthus africanus
- alpinus, alpina, alpinum: proveniente dalla regione delle Alpi, come in Pulsatilla alpina
- altaicus, alcaica, altaicum: proveniente dalle montagne dell’Altai, in Asia centrale, come in Tulipa altaica
- chiloensis, chiloensis, chiloense: proveniente dal Cile, come in Fragraria chiloense
- chinensis, chinensis, chinense: proveniente dalla Cina, come in Stachiurus chinensis
- da aspetti morfologici particolari
- Parthenocissus quinquefolia, caratteristica della foglia composta da cinque foglioline
- acutifolia, acutifolius, acutifolium: con foglie che terminano a punta, come in Begonia acutifolia
- pauciflorus, pauciflora, pauciflorum: che produce pochi fiori, come in Corylopsis pauciflora
- longifolia, tuberosum, spinosum, myrtifolia, ecc.
Accanto ai nomi scientifici figurano spesso anche i nomi comuni dati alle piante, i quali invece sono più informali e spesso cambiano da luogo a luogo, cosa che a volte può rendere irriconoscibile il nome comune da posto all’altro.
- Nome botanico: Fagus
- Nome comune: faggio
- Nome volgare: fagg, faggio, faggiu
Linneo, chi è questo noto naturalista?
Carl Nilsson Linnaeus, divenuto poi in italiano Carlo Linneo, è un nome che si sente molto spesso in ambito botanico. Nato in Svezia nel 1707 e morto sempre in Svezia nel 1778, fu un medico, botanico e naturalista, considerato niente meno che il padre della classificazione scientifica degli esseri moderna che ancora oggi utilizziamo.
Se ci si fa caso infatti molto spesso, in seguito alla nomenclatura binomiale, compare la lettera “L.”, la quale sta proprio per identificare “Linneo” (es: pino silvestre (Pinus sylvestris L., 1753)
Una curiosità carina la si trova nel cognome del padre, infatti Carl Nilsson Linnaeus nacque da Nils Ingemarson, ma l’uomo (e altri due fratelli paterni di Linneo) cambiò il cognome in “Linnaeus”, latinizzazione del dialetto “lind”, cioè “tiglio”, ispirandosi ad un grosso albero di tiglio che si trovava vicino a casa sua. Quindi il grande amore per la botanica di Linneo fu un’eredità del padre. Inoltre quel tiglio esiste ancora a Vittaryd.
Come dicevamo, fu proprio Linneo, nel 1753 a definire ed introdurre la nomenclatura binomiale, basato sul “modello aristotelico di definizione mediante genere prossimo e differenza specifica“. Utilizzando il metodo tassonomico vengono attributi due nomi di origine latina, il primo fa riferimento al Genere di appartenenza dell’organismo, ed è un nome generico, in quanto è uguale per tutte le specie che condividono determinati caratteri principali, mentre il secondo termine determina la Specie, ed è un termine più specifico.
La nomenclatura ufficiale
Grazie a Linneo, ogni nome di pianta rispetta una nomenclatura di base che ha finalmente messo chiarezza e dato un ordine dove prima esistevano solo nomi arbitrari. Nonostante sia chiamata “nomenclatura binomiale” però vi sono altri elementi oltre alla famiglia e al genere, quindi vediamo tutte le varie possibili componenti:
1. La famiglia
La composizione delle famiglie vegetali si basa sulla conformazione dei fiori, dei frutti e delle parti vegetative delle piante. All’interno di ciascuna famiglia possono essere inclusi diversi generi.
Famiglia: Fagaceae, Pinaceae, Rosaceae…
Generi: Fagus, Abies, Rosa, Quercus, Picea, Malus, Pinus, Pyracantha…
Come regola generale la famiglia va scritta con la maiuscola per la prima lettera e con la parte finale in “aceae”.
2. Il genere
Non c’è una definizione univoca per quanto riguarda il genere, ma in generale specie diverse appartenenti allo stesso genere hanno una serie di caratteristiche comuni, ma non possono riprodursi.
Si scrive in latino, con la maiuscola: Abies, Prunus, Malus, Quercus, ec.
Ultimamente la possibilità di valutare secondo il genoma e non solo per analisi morfologica ha portato a numerose revisioni, come ad esempio la Sansevieria che non esiste più.
3. La specie
All’interno di ciascun genere, è possibile trovare una varietà di specie, ciascuna delle quali può presentare differenze distintive in termini di caratteristiche non fondamentali. Come per il genere è difficile inquadrare perfettamente la definizione di specie, però si può dire che è una categoria non statica che può andare a modificarsi nel tempo perché gli elementi che la compongono sono parte di un processo evolutivo in costante movimento.
La specie si scrive in latino e in minuscolo:
Per il genere Abies le specie alba, grandis, koreana, nordmanniana, pinsapo, procera…
4. La sottospecie
il termine sottospecie viene impiegato per descrivere individui appartenenti alla stessa specie, ma che presentano variazioni così limitate da non giustificare il riconoscimento di una specie separata.
Si scrive xxx ssp. seguita da un nome latino in minuscolo
- Pinus nigra ssp. nigra = Pino nero d’Austria
- Cistus incanus subsp. creticus
5. La varietà
Con “varietà” ci si riferisce alla variazione delle caratteristiche all’interno di una singola specie biologica, è quindi un raggruppamento ancora più ristretto basato sulla diversità all’interno della specie, tendendo quasi alla singolarità. Questa voce è in realtà fuori dal sistema di classificazione tassonomica, ma viene comunque citata spesso in tassonomia.
Si scrive: xxx var. ed è seguita da un nome latino in minuscolo
- Pinus nigra var. maritima = Pino laricio
- Ceanothus thyrsiflorus var. repens
6. La cultivar
Nel caso in cui la diversità si concentri solo su forme specifiche coltivate, comunemente si utilizza il termine “cultivar”. Come grandezza di raggruppamento è al pari della varietà, è una variazione di una specie coltivata basata sull’aspetto morfologico o la colorazione del fogliame, dei fiori, dei frutti o del portamento. Solitamente, l’insieme delle cultivar di una specie agraria è associato a una varietà botanica, anche se questa correlazione non è stabilita in modo formale e rigoroso.
La cultivar, è indicata fra due apici semplici.
- Chamaecyparis lawsoniana ‘Alumii’
- Spiraea japonica ‘Little Princess’
- Citrullus lanatus ‘Crimson Sweet’
- Nerium oleander ‘Album’
- Rosa banksiae ‘Lutea’
7. La forma
Alcuni nomi di forma sono dati per variazioni secondarie, magari sporadiche che possono verificarsi (es: cambio del colore del fiore).
Contrapposto alla cultivar, si tratta di varianti particolari legate all’aspetto estetico o cromatico. Questi termini sono talvolta considerati equivalenti a “varietà”, ma in alcuni casi sono sottocategorie di questa, come ad esempio la “cultivar” che può rappresentare una varietà estremamente limitata, spesso costituendo di fatto un singolo clone. La “forma” invece si concentra spesso sull’isolamento basato su caratteristiche funzionali, come la dimensione o la struttura fisica.
La forma si identifica con f., non vuole la maiuscola e nemmeno il corsivo.
8. Gli ibridi
Spontanei o creati dai botanici, gli ibridi sono ormai una parte importante del mondo del verde e sono piante ottenute con il miglioramento genetico. I processi di ibridazione possono avere molteplici obiettivi, come, ad esempio, modificare alcuni caratteri o farne emergere degli altri. L’ibridazione, sempre all’interno di una stessa famiglia, può avere origini diverse ed essere il risultato di incroci:
- fra generi diversi
piuttosto rari, questi ibridi sono anche chiamati “intergenerici” e mediante loro si ottiene una nuova specie il cui nome è composto da una parte del nome di ogni genitore.
Si scrive come un altro genere, ma preceduto dal segno “x”.- x Cupressocyparis leylandii
incrocio fra Cupressus macrocarpa e Chamaecyparis nootkatensis
- x Cupressocyparis leylandii
- fra specie diverse appartenenti allo stesso genere
si ottiene una nuova specie il cui nome sarà diverso da quello dei genitori, questi ibridi vengono definiti interspecifici. Il nome della specie sarà seguito dal segno x:- Erica x darleyensis = Erica
incrocio fra Erica carnea ed Erica mediterranea - Verbascum lychnitis × V. nigrum
- Verbascum × schiedeanum
- Hamamelis x intermedia
- Erica x darleyensis = Erica
- fra cultivar
si ottiene una nuova cultivar il cui nome non viene preceduto da nessun segno. Niente ci indica che si tratta di un incrocio.- Philadelphus ‘Belle Etoile’ = Filadelfo
- Clematis ‘Ville del Lyon’ = Clematide
Le piante brevettate
Come tutti gli innovatori, coloro che sviluppano nuove varietà vegetali proteggono le loro creazioni. È interessante notare che la maggior parte delle varietà brevettate si trova tra le piante di rosa.
Ogni pianta soggetta a brevetto deve essere commercializzata con un’etichetta che attesti la sua origine e fornisca informazioni sul suo creatore e sul distributore autorizzato.
Dal punto di vista del consumatore, la pianta viene presentata con un nome commerciale. Questo nome è scritto in lettere minuscole senza l’uso di virgolette ed è scritto in una lingua di uso comune. Inoltre, il nome è seguito dal simbolo “®”, indicando così la sua protezione legale come Marchio Registrato.
Esempi: Forsythia Marée D’Or® ‘Courtasol’.