7 consigli per prendersi cura delle piante da interno in inverno
L’inverno è ormai alle porte e prendersi cura delle piante sembra un’impresa titanica. Farle sopravvivere al tanto temuto freddo spesso non è così intuitivo ma oggi siamo qui per capire come far arrivare, più o meno indenne, la nostra giungla domestica alla primavera!
Ecco 7 cose che ti consigliamo e che NON ti consigliamo di fare per prenderti cura delle tue piante in inverno.
1. Come annaffiare le piante da interno in inverno
Spesso si leggono indicazioni molto precise su quando dare da bere alle piante, ma queste andrebbero prese soltanto come indicazioni di sorta, infatti non può esistere una regola generale perché il fabbisogno idrico non varia soltanto in base alla tipologia di pianta, ma anche a tante altre condizioni che in inverno diventano ancora più significative.
In natura le piante bevono quando piove e il terreno è sufficientemente profondo per disperdere l’acqua in più e trattenere in profondità l’umidità che le radici possono raggiungere al bisogno.
In un vaso invece non possiamo ragionare allo stesso modo, soprattutto in inverno.
Ad esempio, a pesare sulla necessità d’acqua, vi sono le dimensioni e il materiale del vaso, le temperature, l’età della pianta, la luce presente e ancora l’elenco potrebbe continuare. Tutto questo incide notevolmente e rende una regola standard non così standard quanto si potrebbe sperare.
Come capire se bisogna bagnare una pianta?
La regola generale che secondo noi rimane la migliore è quella di inserire il dito qualche centimetro sotto la superficie del terreno e capire in che stato si trova, in base a questo, decidere se bagnare o meno. Questo perché una pianta che durante la stagione di crescita, esposta a temperature medio/alte beve ad una velocità tale da asciugare il terreno nel giro di qualche giorno, in inverno potrebbe tranquillamente essere che dopo una settimana presenti ancora umidità nel substrato. Per questo motivo, prestare attenzione alla pianta è l’unico indicatore valido per capire quando è giunto il momento di bagnarla nuovamente.
Se avere una routine per le bagnature non è una pratica consigliata, può invece esserlo per quanto riguarda avere dei momenti fissi, all’interno della settimana, nei quali controllare le piante. In questo modo sarà più semplice notare se qualcosa in loro non va o, in generale, di cos’hanno bisogno e agire di conseguenza.
Cosa tenere in considerazione per bagnare una pianta in inverno
Come accennavamo prima, le piante in inverno sono ancora più sensibili all’irrigazione che ricevono, questo perché sono meno robuste e più sensibili agli eccessi d’acqua e umidità. Come dicevamo prima i fattori da tenere a mente sono tanti, dalle dimensioni dei vasi, tipo di vaso (plastica, terracotta smaltata o meno), temperatura, dimensioni del sistema di radici, quantità di luce, correnti d’aria ecc., le piante variano nelle loro esigenze in termini di quanto spesso innaffiare.
Ad esempio le piante grasse e succulente (delle quali vi avevamo parlato in questo articolo), sono in grado di sopravvivere a lungo senza ricevere acqua in inverno, qua la terra può proprio diventare secca, in particolar modo se nei locali dove sono situate non vi è eccessivo caldo. Rimane comunque importante prestare attenzione alla comparsa di eventuali sintomi di stress.
Un altro discorso potrebbe essere quello riguardante le piante tropicali, loro non amano avere il terreno completamente asciutto nemmeno durante i mesi freddi, quindi potrebbe essere indicato bagnare quando i primi 1-2 cm sono asciutti. Ma la regola generale, nel dubbio, è sempre una: in inverno, le piante si bagnano a terra asciutta.
Bagnare a terra asciutta anticipa di un attimo il punto di appassimento ed evita lo stress conseguente. Bisogna sempre tenere a mente che prima di morire di sete le piante mostrano segni di stress idrico, quindi, senza sfidare eccessivamente la sorte, non abbiate paura che muoiano se nell’incertezza, le bagnate una volta meno del necessario. Spesso è più pericoloso l’eccesso idrico della carenza.
I rischi sono inversamente proporzionali alle temperature dell’ambiente in cui si trovano le piante: più fa freddo più il terreno fradicio incorre in serie problematiche. Questa regola è molto importante, in particolare per chi tiene all’esterno le piante d’appartamento il più lungo possibile, magari aiutandosi con serrette e portici protetti e/o verande fredde.
Come bagnare le piante in inverno con i vasi a riserva d’acqua
Nel caso dei vasi con riserva idrica, la riserva esaurita va riempita a metà o un terzo, a seconda del fabbisogno della pianta. Quando la terra avrà bevuto l’acqua per capillarità e si sarà reidratata, la riserva risulterà vuota, andrà quindi ricominciato il procedimento. Per avere informazioni più dettagliate ecco un video sulla gestione invernale delle piante in questi vasi 🙂
2. Terriccio per piante in inverno
Il substrato e l’importanza che questo ha nella gestione delle nostre piante è una cosa della quale abbiamo parlato più volte, proprio perché un buon terriccio è la base per avere piante sane.
I terricci di bassa qualità (caratteristica che non ha sempre a che vedere col prezzo) hanno molti micorpori e si saturano facilmente rendendo più lenta l’asciugatura.
Come faccio a capire se il terreno è di buona qualità?
La prima cosa a cui prestare attenzione per capire se un terreno sia di buona qualità o meno è controllare che vi siano elementi grossolani nella sua composizione. In particolare noi raccomandiamo la pietra pomice. Come standard proponiamo di acquistare il miglior terriccio in circolazione: One plus, guardate come è fatto e usatelo come metro di giudizio. In assenza di inerti grossolani in miscela il substrato non è appropriato per la coltivazione in contenitore.
3. Rinvasare le piante in inverno
Il rinvaso, quantomeno secondo la nostra linea di pensiero, si potrebbe fare durante tutto l’anno, ma il periodo ideale rimane la primavera, mesi durante i quali probabilmente non si avrà un’esplosione di foglie e radici. Sempre bene scegliere i momenti che anticipano la spinta vegetativa come aprile e settembre per un eventuale primo o secondo rinvaso.
Questo perché rinvasare una pianta durante il periodo di dormienza potrebbe causare dei problemi, in quanto non essendoci una crescita attiva il terreno impiega più tempo ad asciugarsi, creando così più occasioni per sviluppare il tanto temuto marciume radicale.
Per approfondire l’argomento del rinvaso ecco un utilissimo articolo 😉
4. Temperatura
La temperatura è una delle questioni più delicate da trattare, perché, di nuovo, non vi è una regola precisa. Alcune persone riescono a coltivare, nel cuore di Milano, una Monstera o una Strelitzia tenendole in giardino tutto l’anno.
Naturalmente in questi casi si è ben fuori dai range ottimali dei 15-28°C che la maggior parte delle tropicali da interno desiderano, ma piante con foglie coriacee o emisucculente come Sanseveria, Monstera, Strelitzia, Zamioculcas, Peperomia e Ceropegia possono meritare una prova. In questi casi però è davvero importante monitorare quotidianamente lo stato di salute delle piante nei periodi più freddi.
Un’ottima soluzione per rendere, soprattutto nel nord Italia, le condizioni meno sfavorevoli per le piante da appartamento tenute all’esterno, è quella di utilizzare le serrette, abbinate ai tappetini e, se possibile, preferendo posizionare il tutto sotto porticati riparati e/o a ridosso di pareti non esposte a nord.
Nel caso in cui sceglieste di utilizzare le serrette un consiglio importante al quale prestare attenzione è quello di aprirle il più spesso possibile, magari sfruttando i pomeriggi più caldi, questo per evitare che le piante marciscano, in particolare le piante grasse.
Come dicevamo, questo parametro è soggetto alla sperimentazione, nel caso in cui si desideri dormire sonni tranquilli è sufficiente portare le piante in casa, dove le minime difficilmente scendono sotto i 15-18°C. Però secondo noi: entro certi limiti fa più male l’indoor che non il freddo.
Molto importante è evitare le correnti di aria fredda e/o calda, quindi tenere le piante lontane dai caloriferi, dalle finestre, dai condizionatori e da qualunque fonte di aria. Il riscaldamento a pavimento non crea problemi, ma nel caso si desideri una sicurezza aggiuntiva è possibile rialzare il vaso ponendo del materiale grossolano sul fondo del sottovaso. La maggior parte delle piante da appartamento è molto sensibile alle correnti, manifestando sintomi come perdita delle foglie.
5. Come gestire l’umidità nelle piante in inverno
Quando si parla di umidità e piante, subito viene in mente la pratica della vaporizzazione, cosa che credevamo valida anche noi ma, col tempo e la ricerca, adesso sconsigliamo. Non fa male alle piante, ma nemmeno ne traggono beneficio. Sempre che non si parli di vaporizzazioni specifiche come quelle che vengono fatte con vaporizzazioni continue all’interno di vetrinette per aracee, questo tipo di pratica ha un efficacia in quanto si trova a lavorare in un ambiente circoscritto, innalzando realmente il tasso di umidità dell’aria. Ben diverso dal vaporizzare ogni tanto le foglie, immettendo in un volume di qualche decina di metri cubi di una stanza una manciata di gocce di umidità che, una volta evaporate, hanno impatto zero.
Come per la temperatura, bisogna purtroppo venire a patti che non sono sempre parametri sui quali è possibile influire.
Ma su col morale, solitamente l’umidità media presente all’interno delle case è di circa il 40-50%, valore non male per la sopravvivenza delle piante.
Ad ogni modo difficilmente una pianta morirà per via dell’aria secca, al massimo manifesterà dei bordi rovinati o delle problematiche più a livello estetico che di salute.
6. Luce per le piante da interno in inverno
Durante la primavera, l’estate e perfino l’inizio dell’autunno, è utile, se non indispensabile, prestare attenzione alla quantità di luce che le nostre piante ricevono durante il giorno, infatti, troppa luce potrebbe causare bruciature e malesseri.
In inverno però le regole cambiano, soprattutto quando a dividere le piante dall’esterno vi è anche solo un semplice vetro, la luce, anche diretta, non è mai abbastanza. Durante i mesi freddi infatti le piante necessitano di quanta più luce possibile in quanto quella presente ha un’intensità e una durata molto inferiore rispetto a quella del resto dell’anno.
Va quindi bene, durante l’inverno, posizionare le piante vicino alle finestre e dare loro un’esposizione diretta.
Come per l’irrigazione anche qua bisogna prestare attenzione ad eventuali segni di stress da parte della pianta, ma in linea generale, anche se noi non percepiamo troppe variazioni luminose o riteniamo un ambiente sufficientemente luminoso, per la pianta, non sarà lo stesso.
La luce dentro casa è diversa dalla luce all’esterno?
Un consiglio è quello di scegliere sempre le piante in relazione alla luce che potete garantire loro.
Può sembrare strano ma all’interno della casa la luce è molta meno di quella che può sembrare, infatti basta un vetro per far precipitare i valori riportati dal luxometro. Qualche settimana fa, in questo video, abbiamo fato un esperimento, posizionando il luxometro dentro e fuori ad un vetro trasparente: i lux cambiavano di un ordine di grandezza.
Che tipo di luce serve alle piante da appartamento durante l’inverno?
Molte piante d’appartamento provengono da zone prossime all’equatore dove la quantità di luce è piuttosto costante e sempre abbondante tutto l’anno sia come ore sia come intensità, da noi è l’opposto.
Partiamo dalle basi:
- le piante prescritte in luce schermata o in “poca luce” finiscono insieme alle altre in luce diretta, meglio se con esposizione a sud ma comunque mai impedire alla luce di toccare le piante in questi mesi;
- Growlight, fanno molto e non richiedono necessariamente un grande investimento.
Abbiamo già parlato delle grow light in questo articolo, qui segnalo invece questo bulbo: è relativamente economico, fa bene il suo lavoro ed è compatibile con gli attacchi standard. Se l’obiettivo è il mantenimento delle piante saprà rivelarsi utile. Una pratica utile è quella di far andare il bulbo di giorno, in modo da sommare la sua luce e quella esterna e lasciare che la notte le piante riposino.
Nel probabile caso in cui le piante cominciassero ad imbruttire un ottimo rimedio è somministrare del biostimolante, soprattutto Bio Oro, ottimo per sopperire agli stati di stress delle piante.
Per massimizzare l’esposizione luminosa è possibile:
- pulire vetri;
- pulire le foglie dalla polvere utilizzando un panno e della semplice acqua.
Questo consiglio potrebbe sembrare banale ma le case possono accumulare molta polvere, polvere che a sua volta, appoggiandosi sulle lamine fogliari, riduce la superficie utile per eseguire la fotosintesi.
Tenere pulite le foglie è utile anche al fine di scoraggiare eventuali, parassiti, in particolar modo il ragnetto rosso, il quale prospera in aree secche e calde.
7. Concimazione
In precedenza consigliavamo di non interrompere mai le concimazioni, magari, raccomandavamo di ridurre le dosi. Maturando l’esperienza ora, come per le nebulizzazioni, la linea di pensiero è mutata perché fondamentalmente il punto è: le piante hanno necessità di nutrirsi con i minerali trasmessi dal concime se sono in fase di crescita.
Quindi per capire se sia il caso o meno di continuare a concimare, bisogna tenere a mente tre casistiche:
- le piante sono in condizioni favorevoli di luce e temperatura, stanno facendo foglie nuove e stanno proseguendo con lo sviluppo -> proseguire regolarmente le concimazioni;
- le piante sono in condizioni favorevoli, ma il ritmo di crescita è la metà rispetto all’estate -> somministrare metà dose di concime;
- le piante sono entrate in fase di riposo e non stanno più crescendo -> sospendere le concimazioni.
Che si stia proseguendo con le concimazioni o meno, un’ottima pratica è quella di sostituire o completare la concimazione con i biostimolanti, questo perché non essendo minerali non creano accumuli di sali nel terreno che, durante i periodi di minore attività della pianta, non vengono assimilati e rimangono all’interno del terreno con l’effetto di aumentare la salinità del substrato.
Per piante esposte al freddo (ad esempio se posizionate in serretta fredda) consigliamo Algatron, diversamente Bio Oro si rivela essere il più trasversale. La procedura ottimale con Algatron sarebbe quella di iniziare a somministrarlo prima dell’esposizione a basse temperature, in modo da rafforzare preventivamente la pianta.
Commenti
Puoi fare (ho hai già fatto) un video su come coltivare le peonie?
Ciao Simonetta, ne abbiamo già uno, puoi trovarlo a questo link 🙂 -> https://www.youtube.com/watch?v=3w5BmzM64pc