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Cura delle piante, Piante da esterno

In questo articolo abbiamo parlato di semplici regole che possono aiutarci a gestire le piante da interno durante la stagione invernale, oggi invece daremo qualche dritta su come migliorare la gestione delle piante da esterno durante la stagione fredda.

1. L’importanza della temperatura ideale delle piante

Sicuramente l’inverno continentale è una stagione più pericolosa per le piante tropicali da interno che non per le piante da giardino, essenzialmente perché, mentre le prime sono costrette a vivere in un clima che poco assomiglia a quello tropicale dal quale provengono, le piante che vengono inserite nei giardini sono quasi sempre essenze native di climi continentali.

È importante tenere a mente che a volte è necessario interpretare i contenuti, ricordando che l’Italia passa da regioni alpine a inverno estremamente rigido a climi mediterranei estremamente miti anche in inverno.

Quindi l’accortezza è quella di modulare questi consigli in funzione della zona d’interesse.

Complici inverni sempre più miti, anche nelle zone interne e pianeggianti della penisola, stiamo osando con essenze che 30 anni fa probabilmente non avremmo mai deciso di mettere a dimora.

Qui a Brescia gli ultimi inverni hanno segnato raramente delle minime sotto i -5°C. Le gelate sono sempre più brevi e meno intense, quasi mai perdurano per tutta la giornata.

Negli anni quindi sono comparse nei giardini delle specie mediterranee, dapprima oleandri e ulivi, poi Buganvillea, infine la Mimosa, qualche ardimentoso ha piantato perfino la Jacaranda.

Come sapere quindi le esigenze termiche delle piante? Nelle schede prodotto del vivaio vi sono sempre indicazioni sulle temperature corrette per la coltivazione della pianta, altrimenti consigliamo il sito del RHS, sempre molto attendibile!

Per saperne di più sulle temperature ecco un articolo apposito 🙂

2. Potatura per piante sensibili al gelo

Una pianta come l’oleandro è prescritta con intervallo minimo tra 1 e -5°C ma è possibile vederla prosperare in Pianura Padana. Certo per molti vale ancora l’accortezza di potarlo, come anche l’ulivo, alla fine dell’inverno per evitare che il gelo possa penetrare i tagli.

Secondo la nostra esperienza, nemmeno questa pratica è più tanto diffusa, sicuramente rimane una precauzione utile e, se le temperature dovessero essere ancora più basse, basterà posticipare la potatura alla fine delle gelate per tutte queste piante frost tender come le chiamano gli inglesi, cioè sensibili al gelo.

In generale noi preferiamo potare a fine inverno quando magari c’è già qualche bottoncino in partenza, in questo modo è più semplice vedere quale direzione stia prendendo la pianta.

3. Coperture con TNT, proteggere le piante col tessuto non tessuto

Oggi sappiamo che se vogliamo far crescere una Buganvillea in zone con inverni freddi possiamo comprare la specie Bougainvillea x sptectoglabra e andare senza problemi fino a -15°C.

Un a volta però non era così e c’erano persone che arrivavano a tirare in piedi dei catafalchi mostruosi per proteggere la propria Buganvillea classica durante l’inverno che cresce sotto il portico, montando una struttura di canne di bambù in modo da avvolgerla con il tessuto non tessuto.

Soluzione funzionante ma davvero tediosa da montare e smontare ogni anno.

Però il tessuto non tessuto è uno dei migliori alleati che abbiamo per proteggere dal freddo le piante sensibili che crescono in piena terra.

Abbreviato con l’acronimo TNT è un tessuto termico che coibenta in maniera efficace la vegetazione.

Phormium, agavi, yucca, sono spesso raggruppati, legati e avvolti. Ottima precauzione anche per felci arboree rustiche come Cyathea cooperi e Dicksonia anartica.

In alternativa si possono usare i cappuccioni in tnt.

È un tessuto traspirante che dovrebbe evitare la stagnazione dell’umidità ma se le piante sono poche e/o piccole, nelle belle giornate si possono aprire per qualche ora e far respirare.

Oltre che coibentare il TNT evita che il ghiaccio si depositi sulla vegetazione e riduce il rischio di lessature.

4. Piccole serre o verande fredde per agrumi e piante grasse

Per fortuna, è più semplice proteggere dal gelo quelle essenze che solitamente vengono tenute in vaso, come i limoni e le piante grasse.

Gli Agrumi beneficiano di un ricovero invernale, anche di 3-5°C. Ripartono prima e con molta più grinta se in inverno hanno ricevuto la giusta quantità di “coccole”, anche la quantità dei frutti sarà maggiore.

Anche le piante grasse e succulente vanno bene ricoverate a queste temperature ma attenzione perché è una norma valida per le più comuni. Ad esempio, una Euphorbia White Ghost, meglio tenerla a +15°C.

Nel caso decideste invece di utilizzare il cellophane per tenere al caldo le piante grasse, raccomandiamo di arieggiare ogni tanto per evitare l’insorgenza di marciumi radicali.

Anche gli agrumi necessitano di un po’ di ricambio o l’aria troppo stagnante porterà all’arrivo di parassiti come la cocciniglia.

In generale le piante più giovani sono più sensibili, è infatti importante iniziare la coltivazione in vaso, poi man mano procedere al rinvaso in vasi più grandi che, anche se non spostabili, sono più semplici da mettere al riparo.

5. Come fare e cos’è la pacciamatura delle piante

Questa è una pratica che, nonostante la si possa prendere un po’ sottogamba, ha un enorme potenziale.

Nulla vieta di usarla anche in vasi e fioriere all’esterno ma è in aiuola che si esprime al meglio. È possibile usare paglia, composta di foglie raccolte, trucioli. Noi usiamo uno dei materiali che riteniamo migliori, che è la corteccia, c’è un ottimo prodotto sullo shop, una corteccia nazionale ma gradevole anche esteticamente, ottimo rapporto qualità prezzo. Il legno è un efficiente isolante, ancora di più la corteccia che gli alberi producono anche a questo scopo.

Nel caso in cui la utilizziate verso fine inverno invece di toglierla, è buona pratica reintegrarla, perché è fantastica anche per proteggere le radici dalla calura estiva e consente al terreno di asciugarsi meno rapidamente.

La pacciamatura apporta ulteriori benefici, ad esempio, drena, non ostacola gli scambi gassosi tra terra e aria e ostacola le infestanti.

Salvo per graminacee e altre perenni che hanno un valore estetico anche quando secche, meglio non lasciare esposte inutilmente le perenni che vanno a riposo in inverno: meglio tagliare la vegetazione e coprirla con il pacciame.

6. Concimare le piante

Per l’aiuola noi consigliamo l’utilizzo dei concimi a lenta cessione, (questo è uno dei miei preferiti, disponibile anche per piante da fiore), essendo un minerale che dura 3-4 mesi di rilascio, è sufficiente somministrarlo a marzo, giugno e settembre.

Invece sono da preferire concimi a matrice organica durante il tardo autunno e l’inverno, il migliore è il letame ma spesso si rivela poco pratico o di difficile reperibilità. Si può ovviare con l’utilizzo di prodotti equivalenti tipicamente lo stallatico, magari pellettato che è molto comodo e ha un buon profumo 😀

Da evitare i concimi ad alto tenore in azoto perché questo importante macroelemento tende a indebolire i tessuti, più proni a lessature e rotture durante l’inverno.

Ottimo invece l’utilizzo di fitostimolanti indicati soprattutto per stress termici come Algatron: l’ideale sarebbe iniziare le somministrazioni a ottobre con le ultime bagnature ma si può dare anche per via fogliare (ovviamente se vi sono ancora delle foglie).

7. In che cosa consiste la tecnica del sovescio autunnale?

Questo è più un consiglio per chi ha l’orto. Ma qual è il significato del sovescio? Serve per prevenire la lisciviazione del terreno nudo esposto a piogge ed eventi atmosferici. Per farlo si usano delle colture a crescita rapida che incorporano tali nutrienti, prima delle nuove semine o trapianti si tagliano, si lasciano sul terreno e poi si vangano incorporandole. Diventano praticamente dei concimi organici che restituiscono i minerali al suolo nel momento in cui vi saranno colture in campo pronte ad assimilarli.

Trovate sullo shop una categoria di sementi specifiche: senape, rafano, meliloto, facelia, veccia, trifoglio… interessanti soprattutto le fabacee che sono in grado di fissare l’azoto atmosferico portandolo nel terreno.

8. Piante in vaso: gestire i sottovasi in inverno

Grossi vasi e fioriere inamovibili sono alla mercé delle condizioni che trovano.

C’è una minaccia che a volte si insinua silenziosa e decreta la fine delle piante: sottovasi che raccolgono la pioggia e inzuppano il terreno. Attenzione anche alle fioriere e a quei bei vasi di Elho con i sottovasi integrati.

Una buona pratica nel caso in cui il vaso si trovi su un prato o su un ghiaietto è quello di forare i sottovasi, se poi in estate si desidera avere una riserva si possono fare di fori a grandezza di comuni tappini di gomma che si trovano su Amazon, in questo modo sarà possibile aprire o chiudere lo scarico a piacimento in funzione della stagione.

Ulteriore precauzione: avvolgere i vasi con il pluriball per coibentarli e aggiungere una pacciamatura sopra.

Sicuramente dove possibile è buona norma riservare loro posizioni schermate a nord o da dove arrivano i venti freddi ed esporle a sud dove possano ricevere più calore.

9. Come proteggere le piante dalla neve e dal vento?

In aree interessate da venti forti o molto freddi si possono creare barriere con cannicciati o vimini. Devono però avere una certa permeabilità per evitare che volino via. La soluzione migliore sono le siepi naturali.

Se la neve si deposita sulle siepi o sulle chiome degli alberi soprattutto sempreverdi, sussiste il pericolo che i rami si rompano. Scuotere via la neve in eccesso non appena inizia ad accumularsi sui rami e potare le siepi per rastremarle nella parte superiore per ridurre al minimo i danni da neve.

10. Cambiamento climatico e giardinaggio

Fare giardinaggio in un clima che cambia porta con sé incertezza e il rischio di condizioni meteorologiche più estreme.

Gli inverni più miti non sono necessariamente una buona notizia per i giardinieri poiché potrebbero impedire la profonda dormienza protettiva comune a molti alberi e arbusti. Ciò aumenta la loro suscettibilità al gelo e alle bruciature causate da venti freddi o improvvise ondate di freddo.

Tuttavia, gli inverni miti vissuti negli ultimi anni hanno portato ad una migliore sopravvivenza delle piante più tenere, aumentando la gamma di specie a disposizione dei giardinieri.

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