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Piante da Interno

Il Philodendron tortum M.L.Soares & Mayo è una pianta rara appartenentealla famiglia delle Araceae; dall’aspetto bizzarro e particolare (a qualcuno ricorda una palmetta Cycas ma non ha nulla a che vedere); è molto apprezzata per dare un tocco d’originalità al verde indoor di case e uffici. Grazie al suo portamento leggero ed essenziale, con lamine fogliari profondamente scolpite e scheletriche, è ideale per arredare qualsiasi ambiente interno, anche quelli che non godono di un forte irraggiamento. Con il tempo la pianta assume un portamento rampicante (o ricadente se lasciata libera da supporti).

  1. Cura del Philodendron tortum
    1. Esposizione
    2. Temperatura
    3. Bagnature
    4. Umidità
    5. Substrato
    6. Concimazione
    7. Propagazione
    8. Rinvaso
    9. Potatura
    10. Parassiti
  2. Problematiche ricorrenti
    1. Portamento del tortum
    2. Foglie ingiallite
    3. Colore delle foglie sbiadito
    4. Macchie umide e mollicce sulle foglie
    5. Foglie con screziature dorate
    6. Macchie nere sulle foglie
    7. Macchie marroni sulle foglie
  3. Descrizione di Philodendon tortum
    1. Descrizione tassonomica
    2. Habitat
    3. Tossicità
    4. Cenni storici

Cura del Philodendron tortum

Il Philodendron tortum è una pianta relativamente nuova, a tratti ancora misteriosa, ma prendersene cura non è complesso: mi è capitato di essere un po’ ‘distratto’ con questa pianta senza che mi abbia mai punito con qualche manifestazione problematica. Di seguito alcune indicazioni per curarla nella maniera corretta.

Quanta luce vuole il Philodendron tortum

Philodendron tortum predilige luoghi domestici con abbondante luce diffusa. In inverno può stare anche in presenza di luce diretta mentre in estate è meglio schermare dai raggi diretti del sole (che invece tollera bene limitatamente alle ore del primo mattino e del tardo pomeriggio).

Philodendron tortum è una pianta che tollera anche posizioni meno luminose della casa: va sempre e comunque osservata la reazione della pianta nel tempo, correggendo la rotta se qualcosa ci fa pensare che non abbia sufficiente luce (vedi il paragrafo relativo alle problematiche più comuni) [link ancora]. Se la pianta manca di adeguata illuminazione per periodi prolungati, ad esempio i 2-3 mesi centrali dell’inverno, è possibile che le foglie sbiadiscano.

Il sole diretto fa davvero sempre male alle piante?

No. Alcune ore di luce diretta (a inizio e fine giornata) sono un vero toccasana per le piante verdi da interno anche nelle stagioni estive. In inverno, nelle regioni centro-settentrionali dell’Italia, il sole diretto è invece ottimale tutto il giorno in quanto la radiazione è fortemente ridotta e le piante sono spesso in deficit di luce anche per il calo delle ore diurne.

Essendo una pianta originaria del Brasile si potrebbe pensare che richieda posizioni molto soleggiate ma essendo una essenza che cresce in natura come semiepifita è avvezza all’ombra delle canopie (chiome) degli alberi maggiori.

Il mio esemplare di P. tortum durante l’inverno è aiutato dalle grow light, non tanto perché lo richiedesse ma perché è in un gruppo di piante che tengo illuminato. In realtà Philodendron tortum non mi ha mai dato problemi pur avendo solo luce proveniente da una finestra ampia ma esposta a nord.

Come scegliere la mia prima grow light?

Ci sono diverse soluzioni: io ho optato per una soluzione economica ma davvero efficace comprando i bulbi su Amazon e le piantane da Ikea. ll tutto controllato da un temporizzatore a presa.

Temperature ideali e minime per Philodendron tortum

Il range ideale di temperatura per Philodendron tortum è di 15-25°C circa.

Philodendron tortum tollera temperature fino a 10-12°C sotto le quali accusa crescita stentata. Appassimenti e morte possono sopraggiungere in caso di esposizione prolungata a temperature eccessivamente fredde.

In appartamento è bene non posizionarlo in prossimità di correnti di aria fredda o calda, quindi distante da spifferi e convettori o fonti di calore in generale.

Ogni quanto bagnare Philodendron tortum

È importante tenere sempre il terreno leggermente umido. Normalmente è meglio procedere con l’irrigazione successiva quando i primi centimetri risultano asciutti. Optare per la subirrigazione è sempre una buona pratica che evita marciumi del colletto e spesso la formazione di muffe sul terriccio.

umido non è bagnato

Quando il terreno non è ‘secco’ percepiamo una leggera umidità nel substrato. Nelle stagioni fredde questo stato è sufficiente a consentire il corretto sviluppo dell’apparato radicale. Non serve bagnare più del dovuto e, per quanto il terreno risulti permeabile, faticherà spesso ad asciugare durante l’inverno. In queste stagioni occorre agire con moderazione, mentre in estate potete essere più generosi: vedrete che con il caldo la terra asciugherà prima (anche perché le piante bevono di più dovendo costruire più vegetazione.

Philodendron tortum va vaporizzato?

Sebbene originario della foresta pluviale, ho nototato che P. tortum si adatta bene a tassi di umidità mediamente presenti in casa (40-60%). Non si rivela quindi necessario utilizzare vaporizzatori o umidificatori.

Quale terriccio usare per Philodendron tortum?

Philodendron tortum predilige terreni molto drenanti e leggeri. Lo coltivo nel substrato One Plus con ottimi risultati.

L’alternativa, considerata la sua natura semiepifitica, è quello di allevarlo in corteccia (o bark, come quella delle orchidee), in perlite o in sfagno, anche miscelati tra loro. Trovate tutti questi prodotti sul nostro shop.

Come concimare Philodendron tortum?

Si può utilizzare un concime per piante verdi diluito nell’acqua di bagnatura; io uso GranVerde di Cifo. Non ha grandi esigenze in fatto di nutrimento ma vedo che ha sempre apprezzato concimazioni regolari e l’utilizzo di biostimolanti soprattutto nei mesi primaverili. Per un approfondimento circa i biostimolanti rimando al post sull’argomento.

Consiglio per una concimazione più efficace

Se nelle stagioni più calde dai spesso da bere, abituati a frazionare le dosi mensili di concime: invece che somministrare un dosatore per litro di acqua una volta al mese, puoi utilizzare 1/4 di dose per litro durante ogni bagnatura settimanale. Altro esempio: se l’etichetta del prodotto consiglia 2 dosatori per litro nell’acqua di bagnatura una volta al mese e sai di dover bagnare almeno ogni due settimane, puoi dimezzare le dosi e raddoppiare le concimazioni. Questo crea più continuità nella disponibilità dei minerali nel terreno.

Come fare talee di Philodendron tortum

Per propagare il Philodendron tortum è possibile fare delle talee, preferibilmente tagliando una porzione di fusto che contenga 2-3 nodi (anche uno è sufficiente di solito). Il mio consiglio è quello di attendere che la pianta abbia iniziato ad arrampicare (fase adulta), allungando gli internodi in maniera sufficiente da prelevare agevolmente la talea provvista di nodi. Intervenire su piante giovani è a mio avviso un peccato perché si rischia di ridurre molto la vegetazione.

Le talee radicano molto bene in terriccio (magari con l’aiuto di un ormone radicante) ma anche in acqua, in sfagno, in generale: in idrocoltura.

Un modo alternativo di procedere è tramite margotta aerea (come illustrato qui) ma in maniera semplificata: basterà anche solo legare una massa di sfagno in corrispondenza di un nodo (magari già provvisto di radici aeree) e mantenerlo umido per 2-3 settimane, avvolgendolo in una pellicola di cellophane o con un sacchetto opportunamente posizionato, in modo da aiutarvi a preservare l’umidità.

Quando è meglio propagare le piante da interno?

Talee e margotte possono essere fatte tutto l’anno sulle piante da interno ma sicuramente la primavera e l’estate (stagioni di spinta vegetativa) regalano risultati più immediati.

Quando devo rinvasare il Philodendron tortum?

E’ possibile che il Philodendron tortum abbia bisogno di essere rinvasato ogni anno o ogni due anni. La cosa migliore da fare è ispezionare la zolla, svasando la pianta, nel mese di marzo e osservare lo stato dell’apparato radicale sulla superficie laterale del pane di terra: se le radici si presentano affastellate è bene cambiare il vaso con una misura di 2-4 cm superiore.

Consiglio per capire se è necessario rinvasare

Rinvasare se non è davvero necessario può essere controproducente. Il fatto che alcune radici fuoriescano dai fori di drenaggio del vaso di coltivazione può essere una condizione insufficiente per procedere: meglio valutare la situazione sulla superficie laterale del pane di terra.

Potatura del Philodendron tortum

Consiglio di procedere ad una pulizia del secco e di foglie eventualmente danneggiate. Personalmente non rimuovo mai le foglie per intero se sono danneggiate solo parzialmente, limitandomi ad asportare le porzioni rovinate. Si può parlare di una vera e propria potatura solo quando la pianta sarà adulta e manifesterà la sua natura sarmentosa: a quel punto gli interventi possono essere diretti ad una tenuta in forma della pianta.

Parassiti su Philodendron tortum

Philodendron tortum non è particolarmente soggetta ad attacchi parassitari. Può comunque essere attaccata da afidi, tripidi, cocciniglia e acari, tutti controllabili in prevenzione mantenendo in salute la pianta e aiutandosi con prodotti naturali in grado di incentivare le difese naturali della pianta come il sapone molle o l’olio di lino, particolarmente indicato su cocciniglia. Si tratta di prodotti efficaci soprattutto in prevenzione o su infezioni limitate.

In caso di infestazioni più marcate si può ricorrere ad un prodotto biologico a base di olio minerale, efficace su acari e cocciniglie, oppure ad un formulato chimico sistemico (più risolutivo).

Problematiche ricorrenti del Philodendron tortum

Le problematiche principali del tortum derivano dalle foglie, in quanto sono la parte più colpita dagli incidenti che possono verificarsi nell’ambiente o durante le normali pratiche di cura della pianta.

Portamento del tortum

Il Philodendron tortum è una varietà rampicante, per questo motivo si rende molto utile l’utilizzo di un supporto, come ad esempio un palo tutore, in modo che la pianta possa essere adeguatamente supportata durante la crescita senza rischiare di cadere.

Le foglie del Philodendon tortum sono ingiallite

Le foglie ingiallite hanno molte cause, tra cui la carenza di magnesio e/o attacchi parassitari, ma il principale colpevole a cui prestare attenzione è il marciume radicale causato dall’irrigazione eccessiva. Se la foglia sta ingiallendo sui bordi, significa che la pianta è nelle prime fasi di stress.

In questi casi può essere utile controllare la base della pianta per verificare la presenza di radici nere, molli e maleodoranti, in questo caso è opportuno cambiare il terriccio.

Nel caso il marciume fosse troppo avanzato si può provare a salvare parte della pianta mediante talea.

Le foglie del Philodendron tortum appaiono sbiadite

Se le foglie dovessero apparire sbiadite rispetto al solito la causa sarebbe solitamente da ricercare nella scarsa illuminazione. Basterà quindi spostare la pianta in una zona più luminosa.

Nel caso in cui si fosse sicuri che il Tortum stia ricevendo abbastanza luce, potrebbe trattarsi di una carenza di nutrienti essenziali che può essere sistemata dall’utilizzo di un biostimolante.

Le foglie del Philodendon tortum presentano macchie umide e mollicce

Potrebbe trattarsi di un attacco da parte dell’agente patogeno Erwinia o del Pseudomonas. Le infezioni batteriche spesso causano un cattivo odore derivante dalle macchie e dal terreno. Entrambe le malattie prosperano in situazioni di eccessiva umidità e sono causate da troppe innaffiature.

Si può provare a salvare la pianta cambiando il terreno, asportando le foglie danneggiate e applicando una soluzione di solfato di rame diluito.

Le foglie del Philodendron tortum hanno delle screziature dorate

Questo potrebbe significare che la pianta sta ricevendo troppa luce diretta o troppa acqua. Nel secondo caso solitamente si noteranno anche foglie arricciate e raggrinzite.

Le foglie del Philodendron tortum hanno delle macchie nere

Le macchie nere sono solitamente un segno che il Tortum è stato esposto a temperature troppo basse. I Philodendron sono piante tropicali e non amano le temperature rigide, quindi meglio correre ai ripari.

Le foglie del Philodendron tortum hanno delle macchie marroni

Le macchie marroni invece sono spesso sinonimo di troppe ore al sole diretto, infatti sono segni di bruciature. Altrimenti la causa può essere nuovamente ricercata nella mancanza dei nutrienti.

Descrizione di Philodendron tortum

È una specie molto piacevole da guardare, grazie alle sue foglie lobate sottili che quasi ricordano i tratti delicati di una ragnatela. Il suo aspetto può ricordare le palme, nonostante le due piante non siano affatto correlate.

Le foglie sono di un bel verde intenso. Può crescere fino a superare il metro di altezza.

Descrizione tassonomica

Philodendron Tortum appartiene alla famiglia botanica delle Arecaceae (Palmae nom. cons.).

Vi è una nota da fare sulla denominazione del Tortum; infatti, la si trova spesso riportata come Philodendron bipinnatifium “Tortum”, oppure come Philodendron “Polypodioides Tortum”, nonostante questo però nell’articolo che descrive questa pianta non si menziona che possa essere né una sottospecie di bipinnatifidum né di polypodioides; quindi, sembrerebbe si tratti unicamente di un semplice Philodendron. Essendo però tutte queste varietà simili nell’aspetto è molto facile fare un po’ di confusione.

Habitat

Il Tortum è originario di Manaus, nella regione brasiliana dell’Amazzonia. In particolare, è stato trovato nella Reserva Florestal Ducke.

Philodendron tortum non è pet-friendly

Il Tortum, come tutti i Philodendri, a causa del suo contenuto di ossalato di calcio, è considerato tossico per gatti, cani ed esseri umani. Ingerire parti di questa pianta non è letale per i nostri amici a quattro zampe, ma potrebbe causare irritazione, poiché l’ossalato di calcio provoca gonfiore e una sensazione di bruciore alla bocca e alla gola.

Cenni storici sul tortum

Questa specie di Philodendron è piuttosto nuova nel mondo delle piante. Adesso prospera in 13 località del Sud America, in principio però era davvero molto rara venendo da un’unica riserva naturale, tanto che il contrabbando di questa pianta era cosa piuttosto comune.

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